di Serena Quercioli
La Nazione, 5 agosto 2024
La Commissione carcere della Camera Penale di Prato bacchetta l’onorevole Erica Mazzetti che l’altro giorno ha visitato il carcere di Prato definendo la situazione “non affatto emergenziale”. Parole che hanno fatto trasalire la Commissione carcere dalla Camera Penale: “Noi visitiamo periodicamente il nostro Istituto di Pena e denunciamo la prolungata inerzia della politica, nel suo insieme, a far fronte alle criticità del sistema penitenziario, ad iniziare dalla nostra casa circondariale. Ci auguriamo che le dichiarazioni dell’onorevole siano dovute a una visita nelle sole sezioni che notoriamente riscontrano pochi problemi, dove sono ristretti i detenuti di Alta Sicurezza ed i Collaboratori di Giustizia”.
Perché il resto della Dogaia di problemi, riferisce la Commissione, ne ha infiniti: le blatte e cimici del letto nelle sezioni comuni, l’inadeguatezza del lavoro a turnazione per 100 detenuti sui quasi 700, le condizioni igienico sanitarie dei locali doccia spesso malfunzionanti, i cambi di lenzuola che avvengono dopo oltre 40 giorni, la carta igienica che manca per settimane, la muffa nei materassi, la carenza di prodotti per la pulizia degli spazi, per citarne solo alcuni. “Invitiamo Mazzetti ad esaminare le nostre relazioni, che sono pubblicate sul sito dell’Unione Camere Penali Italiane ed a vedere la registrazione, di ascoltarci come Commissione Carcere e di intavolare un dialogo per conoscere la realtà della Dogaia”. Il quadro che Mazzetti ha tratteggiato della Dogaia è andato di traverso anche ai radicali: “Chi non vive la condizione del carcere nella sua interezza rischia addirittura di scambiare un istituto infestato da blatte e cimici, con personale sottodimensionato, pochissimi operatori e personale sanitario non in grado di gestire l’emergenza, per un hotel”, scrivono in una nota Filippo Blengino, Tesoriere di Radicali Italiani, e Matteo Giusti, presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani: “Ben vengano le visite in carcere ma effettuarle senza un occhio analitico generale può solo dare un’immagine molto fuorviante della situazione”.
E ha ancora più senso, allora, mettere un attimo da parte le parole e leggere i numeri contenuti nel report del garante nazionale dei detenuti, Maurizio D’Ettore, che fotografa la situazione difficile del carcere pratese dove, meno di dieci giorni fa è avvenuto l’ennesimo suicidio. Il secondo dall’inizio dell’anno, come ha ricordato anche il garante nell’audizione in Senato l’1 agosto. I numeri contenuti nel report sono un bollettino di guerra: 13, dall’inizio dell’anno al 3 agosto, i tentativi di suicidio, 12 le aggressioni fisiche al personale di polizia penitenziaria, 59 gli atti di autolesionismo, 50 le aggressioni, una al personale amministrativo. Una situazione di tensione sfociata anche in quattro le manifestazioni di protesta collettiva. Il report ricorda la capienza della Dogaia, 589 posti, di cui 580 regolamentare disponibili. Tutti occupati da altrettanti detenuti. Tra di loro 30 sono quelli che devono vivere in uno spazio da 3 a 4 metri quadrati.