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di Sara Bessi

La Nazione, 21 gennaio 2024

Rosanna Sciumbata, presidente della commissione consiliare 5, ha fatto una visita al carcere della Dogaia accompagnata dai membri della commissione, e da Marilena Garnier. “Siamo andati per verificare se sia vero il grido di allarme per la situazione sanitaria all’interno del carcere. Abbiamo trovato una sanità che funziona”, afferma Sciumbata.

“La Dogaia può contare su una struttura di medici che pur essendo pochi, riescono a coprire giorni e notti sette giorni su sette, a garantire l’assistenza sanitaria ai 560 detenuti. È garantita la presenza degli specialisti con eccezione di urologia e neurologia. Ci sono il radiologo, l’ecografista una volta alla settimana e le sedute di psicologia in Serd. A questo servizio accedono circa 140”.

Sciumbata ravvisa l’unica pecca nel settore dell’odontoiatria: “L’attività protesica non è garantita rispetto al fabbisogno; per legge è corrisposta ai detenuti residenti in Toscana”. Soddisfazione è stata espressa per il “servizio infermieristico. Le risposte interne alle richieste sanitarie ci sono: in un anno sono stati portati al pronto soccorso 108 detenuti, solo per eventi acuti”, chiosa Sciumbata. Nota dolente, ormai un refrain costante è “la carenza di personale: manca il 52% di ispettori e il 70% di sovrintendenti. ma si tratta di una risposta che deve arrivare dal ministero competente”.

Infine altri due aspetti sono stati affrontati durante l’incontro con la direzione carceraria: “La Dogaia non è in sovraffollamento con l’eccezione di alcuni reparti, come quelli di media sicurezza”. E poi c’è il fronte del reinserimento dei carcerati partendo dal lavoro: “Mancano imprenditori che scommettano sul carcere. Qualche anno fa c’era una ditta che faceva lavorare i detenuti nel carcere. Ci vogliono più possibilità di integrazione grazie all’attività lavorativa: al momento sono una ventina quelli che lavorano fuori grazie ai benefici dell’articolo 21. Invece c’è forte adesione all’attività scolastica”.