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ansa.it, 18 dicembre 2023

Cinque detenuti di tre diverse carceri toscane lavoreranno nel settore dei restauri di beni culturali. Sono stati infatti assunti dalla stessa azienda specializzata di Prato, la Piacenti Spa, che ha condotto, tra gli altri, il restauro della Chiesa della Natività a Betlemme. I nuovi assunti sono due detenuti dell’isola-carcere di Pianosa (Livorno), dove Piacenti sta conducendo ricerche archeologiche ed interventi nell’area in cui sorgevano le Terme di Agrippa.

Oltre a loro assunto anche un detenuto della colonia agricola di Gorgona, che lavorerà ai restauri in corso nel laboratorio di Piacenti insieme ad altri due detenuti del carcere Dogaia di Prato. L’impresa pratese ha infatti aderito al progetto di Seconda Chance, l’associazione impegnata nella promozione del lavoro dei detenuti e che è partner di Ance Toscana, l’Associazione delle imprese edili di Confindustria a cui Piacenti aderisce.

Ance Toscana ha sottoscritto alcuni mesi fa un protocollo di intesa con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Toscana e Umbria proprio nel campo della formazione e dell’inclusione al lavoro dei detenuti. La stessa impresa Piacenti ha firmato uno specifico accordo di collaborazione con Seconda Chance per sviluppare insieme le iniziative di formazione e avviamento al lavoro dei detenuti. Le assunzioni sono state decise da Piacenti SpA dopo aver selezionato, d’intesa con le Direzioni dei tre diversi carceri e con il Prap, i candidati in base alle loro esperienze, aspirazioni, il percorso svolto durante la detenzione e la possibilità di applicare loro i benefici previsti per essere ammessi al lavoro esterno. A tutti viene applicato il Contratto collettivo nazionale di lavoro del settore edile.

“Da alcuni anni - dice Giammarco Piacenti, presidente di Piacenti SpA - abbiamo iniziato un percorso di attenzione alle problematiche sociali e ambientali. Abbiamo accolto queste persone in azienda perché condividiamo i principi di un progetto che offre davvero una seconda possibilità a coloro i quali, dopo aver espiato gran parte della loro pena, non sono più gli stessi di molti anni fa e perché crediamo seriamente che lo scopo della detenzione sia quello indicato dalla Costituzione e cioè che la pena debba tendere alla rieducazione del condannato”.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla fondatrice e presidente di Seconda Chance, Flavia Filippi: circa 200 i detenuti avviati al lavoro nell’ultimo anno attraverso le iniziative dell’associazione che, anche in questo periodo, sta accompagnando imprenditori di ogni settore, dall’edilizia, ai servizi, dal tessile all’alberghiero al farmaceutico, nel percorso di colloqui con i detenuti in diverse carceri della Toscana finalizzati alla ricerca di personale e siamo impegnati nell’organizzazione di corsi di formazione negli istituti”.

Per il vicepresidente di Ance Toscana, Vincenzo Di Nardo, quello del protocollo firmato con il Prap “è un’esperienza innovativa, un modello che auspichiamo possa essere replicato presso altre imprese del sistema quale buona prassi da diffondere sul territorio regionale e nazionale, anche nell’ottica di fornire una risposta alla grave mancanza di manodopera lamentata dal settore”. Di “risultato importante” ha parlato Pierpaolo D’Andria, Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria in Toscana e Umbria, sia per il numero di detenuti assunti contemporaneamente dalla stessa impresa, sia per “un aspetto non secondario dal punto di vista qualitativo e cioè che in questo caso detenuti saranno impegnati in un contesto importante come quello del restauro dei beni culturali”.