sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Giovanni Negri

Il Sole 24 Ore, 17 ottobre 2023

Sospensione di 18 mesi dopo la condanna ricevuta in primo grado. La maggioranza trova l'intesa sulla riforma della prescrizione. E, accantonata l'ipotesi assai più controversa di un blocco dei termini dopo la pronuncia di appello, ripropone una versione, leggermente rivista di quanto previsto (era una delle due ipotesi formulate, nessuna delle due peraltro accolta) dalla commissione Lattanzi, insediata dall'allora ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Alla scadenza (ieri sera alle 20) del termine per la presentazione degli emendamenti alla Camera si materializza la proposta che mette d'accordo tutti con un testo firmato dai capigruppo delle forze di coalizione, Carolina Varchi (Fratelli d'Italia), Ingrid Bisa (Lega) e Pietro Pittalis (Forza Italia).

Nel dettaglio, il corso della prescrizione, dopo una sentenza di condanna di primo grado, rimane sospeso per un tempo non superiore a 18 mesi (erano due anni per la commissione Lattanzi). Viene inoltre previsto che i termini, dopo la sentenza di appello che conferma la condanna di primo grado, rimangono sospesi per un tempo non superiore a un anno. In nessun caso l'interruzione della prescrizione può comportare l'aumento di più della metà del tempo necessario a prescrivere.

Accordo anche sul principio, indirizzato ad accelerare la redazione delle motivazioni da parte dell'autorità giudiziaria, secondo il quale “quando il deposito della motivazione non sopravviene prima della scadenza del termine della sospensione, cessano gli effetti di questa, la prescrizione riprende il suo corso e il periodo di sospensione è computato ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere”.

L'intesa rappresenta nei fatti il superamento del sistema attuale, frutto di un faticoso compromesso raggiunto dall'allora composita maggioranza che sorreggeva il governo Draghi, centrato sull'equilibrio tra interruzione della prescrizione dopo il primo grado, eredità della riforma Bonafede, e improcedibilità in caso di mancato rispetto dei termini di fase in appello e Cassazione. Pittalis sottolinea come il ritorno alla prescrizione sostanziale permette di superare gli effetti distorsivi della riforma Bonafede e di accantonare l'improcedibilità.