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di Francesco Grignetti

La Stampa, 29 settembre 2023

Il centrodestra modifica le regole, dopo il 27 ottobre il voto della Camera. Il Terzo polo è a favore, contrari M5S e Pd. Prescrizione, si ricomincia. La Camera sta modificando di nuovo le regole sulla prescrizione dei reati. Ieri si è espressa a larga maggioranza la commissione Giustizia della Camera, dopo il 27 ottobre ci sarà il voto dell’Aula. Il senso però è chiaro: si archivia anche l’ultimissima versione, che risaliva a solo due anni fa, quando Marta Cartabia era la ministra. La maggioranza, con in più i voti di quello che fu il Terzo Polo, si appresta a tornare alla situazione che precede la riforma di Alfonso Bonafede. In buona sostanza, si torna alla prescrizione sostanziale e si abbandona quella processuale. Per i non addetti ai lavori, significa che ogni reato avrà i suoi tempi di prescrizione.

C’è da perderci la testa. Nel 2005, ai tempi del Pdl, arrivò la riforma ex Cirielli che accelerò drasticamente i tempi della prescrizione. Il risultato fu una montagna di processi che finivano al macero. Nel 2017, l’allora ministro Andrea Orlando provò ad allungare i tempi dando un bonus di 2 anni all’Appello e 1 anno alla Cassazione. Non entrò mai in vigore perché nel 2019 il nuovo ministro Alfonso Bonafede, di fede grillino, si inventò che la prescrizione non si calcolava più dopo una sentenza di primo grado: l’obiettivo era salvare i processi ad ogni costo, anche se con tempi biblici.

Nel 2021, Marta Cartabia, che deve gestire una maggioranza eterogenea, trova un compromesso: nessun limite di tempo in primo grado, ma il processo d’appello non può durare più di due anni e un anno quello in Cassazione; per i dibattimenti più complessi è possibile arrivare a tre anni in Appello e 18 mesi in Cassazione. Poi il processo muore. Ora si cambia di nuovo. E visto che la riforma Cartabia era stata concordata con la Commissione Europea, ed è un pezzo del Pnrr, se riformata, sarà obbligatorio discuterne anche con Bruxelles.

La nuova formulazione è ancora generica sui tempi, ma indica una via. “Come relatore delle proposte di legge - dice il deputato di Azione e relatore del provvedimento Enrico Costa - ho proposto il testo presentato dal collega Pittalis (di Forza Italia, ndr) che prevede il ritorno alla disciplina sostanziale dell’ex Cirielli, abrogando l’improcedibilità in Appello e Cassazione”.

Ieri un voto a larga maggioranza segnala che questa sarà la decisione finale. Anche se lo stesso Pietro Pittalis spiega che “sull’articolazione dei tempi c’è tutto da concordare”. Dietro la decisione c’è un messaggio politico: il ministro Carlo Nordio aveva appena annunciato che a novembre avrebbe presentato lui una proposta di modifica della prescrizione. Nel solco di quanto deciso dalla Camera, peraltro, ovvero di un ritorno alla prescrizione sostanziale e non processuale, cioé legata ai tempi per arrivare a sentenza. Ma la maggioranza ha deciso di non aspettare la proposta del ministro. Il centrodestra, più Terzo Polo, è andato avanti veloce. E se ci sarà il voto della Camera a fine ottobre, la proposta di Nordio arriverà a tempo scaduto. “Che sovranità può rivendicare lo Stato italiano quando forze di maggioranza, supportate da forze dell’opposizione invece non vuole celebrare i processi? Noi ci opporremo”, afferma Giuseppe Conte, M5S. E Debora Serracchiani, Pd: “È un errore intervenire per l’ennesima volta in materia di prescrizione, dopo tutte le riforme che ci sono state negli ultimi anni”.