sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Marco Grasso

Il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2023

“Cambiare ogni due anni le leggi è un ostacolo alla giustizia”. “Il ritorno alla ex Cirielli rischia di essere una pietra tombale su molti importanti processi contro la pubblica amministrazione o di altra natura”. A parlare è Francesco Pinto, procuratore aggiunto di Genova, coordinatore del pool reati economici, e contitolare del fascicolo bis nato dopo il crollo del Ponte Morandi: “Anche i processi nati dopo il disastro del viadotto Polcevera rischiano ripercussioni. In particolare, tutto il filone che riguarda i falsi sulle certificazioni di sicurezza”.

Cosa comporta un ritorno alla vecchia prescrizione?

A prescindere dal merito, cambiare ogni due anni regime sulla prescrizione è di fatto un ostacolo alla giustizia. Dà luogo a incertezza dei tempi processuali e impedisce qualsiasi tipo di programmazione del lavoro.

Cosa occorrerebbe alla giustizia?

Un fermo biologico. Un lasso di tempo sufficiente per lavorare e consentire di vedere che effetti produce una riforma appena varata. Se scendiamo nel merito, ci sarebbero altre cose da dire.

Quali?

Quella legge si chiama ex Cirielli perché il suo promotore la sconfessò. Ne smentì insomma la paternità. Ne prese le distanze una volta resosi conto degli effetti perversi. All’epoca si verificò quello che in tempi remoti si faceva con i figli frutto del peccato o della vergogna, che rimanevano senza nome.

Quella norma divenne uno dei simboli delle leggi ad personam berlusconiane...

Qui siamo oltre il berlusconismo. Si vuole rendere sistemica una normativa ideata per i processi dell’ex premier, senza che ci siano più né Berlusconi, né i suoi processi.

Quali potrebbero essere gli effetti sui processi nati dal crollo del Morandi?

Bisognerà aspettare il testo definitivo, ma essendo una norma più favorevole per gli imputati sarà applicabile in modo retroattivo.

Sono a rischio i processi?

Nell’immediato potrebbero esserci ripercussioni sui reati di falso. La prescrizione degli omicidi colposi e del disastro ha in teoria tempi più lunghi, se si conferma l’impostazione della Procura, che ipotizza le aggravanti dell’incidente in un luogo di lavoro e l’omicidio stradale.

Il Morandi viaggiava con il sistema della legge precedente alle riforme Bonafede-Cartabia, quella Orlando. Cosa cambierebbe?

La prescrizione continuerebbe a correre anche tra le diverse fasi del procedimento. Per processi particolarmente complicati non è una cosa secondaria. Spesso tra una sentenza di primo grado e l’inizio di un processo d’appello passa anche un anno fra lettura del dispositivo, deposito delle motivazioni, trasmissione degli atti, i tempi dell’appello e la fissazione del nuovo processo. In questo modo la lancetta della prescrizione continuerà a correre.

La politica sembra avere un interesse molto alto su questo tema, ma l’opinione pubblica non gradisce né che i processi durino così tanto, né che dopo anni vada tutto in fumo...

I processi hanno tempi fisiologici, soprattutto quando si tratta di accertare vicende complesse. L’opinione pubblica deve sapere però che se diventano una corsa contro il tempo qualsiasi aspettativa di giustizia è destinata a essere vanificata.

Ma che i tempi della giustizia italiana siano molto lenti è una realtà, o no?

Il nostro sistema giudiziario è tra i più complessi al mondo. È consentito di rifare integralmente in appello il processo già celebrato in primo grado, senza eccezioni ma anche senza rilievo costituzionale, al contrario del ricorso in Cassazione. In appello, per fare un altro esempio, un imputato già condannato può patteggiare, concordando una pena diversa rispetto a quella del primo grado. Questo non facilita il ricorso a riti alternativi, come il patteggiamento e il rito abbreviato, prima del dibattimento di primo grado. Tutto questo non è consentito nei principali Paesi europei a noi più vicini, dove mediamente il procedimento penale ha tempi di definizione molto più rapidi. In Francia, per fare un esempio, il maxi-processo del Bataclan si è concluso in modo definitivo dopo un anno e mezzo di dibattimento. Una tempistica che per noi è più simile a un processo di medie dimensioni.