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di Mario Di Vito

Il Manifesto, 5 luglio 2023

Il pg della Cassazione Salvato: “Prima valutiamo gli effetti della Cartabia”. È un coro di no quello indirizzato dai magistrati alla Commissione Giustizia della Camera sulla riforma della prescrizione. Le tre proposte - avanzate dai deputati Costa (Azione), Pittalis (Fi) e Maschio (Fdi) - sono state attaccate in maniera dura ma non inattesa, visto il dibattito andato avanti anche fuori dalle stanze istituzionali.

Il pg della Cassazione Luigi Salvato sostiene che prima di muoversi bisognerebbe valutare gli effetti della Cartabia, perché cambiare tutto di nuovo potrebbe “minare i risultati positivi che sono stati conseguiti” per quello che riguarda i tempi dei processi.

“Ci dovremmo chiedere se le questioni impellenti da affrontare non siano altre - ha detto ancora Salvato - cioè porre rimedio all’ipertrofia del diritto cognitivo attraverso una sostanziale depenalizzazione e rafforzare adeguatamente le risorse in termini di uomini e mezzi, che è la modalità necessaria per portare a conclusione quel processo virtuoso avviato anche grazie al Pnrr e bilanciare ragionevolmente la pretesa punitiva e i diritti dei cittadini attraverso processi giusti e anche rapidi”. Un parere simile a quello espresso dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, che ricorda come dal 2017 ci siano stati “tre interventi legislativi” e che “non abbiamo ancora sperimentato in maniera approfondita l’attuale legislazione”.

Ancora più netta la posizione di Danilo Ceccarelli, capo della procura europea, secondo cui “la prescrizione deve essere strumento eccezionale, visto che è un grandissimo spreco di risorse, una sconfitta per lo Stato”. Inoltre la riforma sarebbe anche “contraria al diritto dell’Ue”.

Sulla “lentezza dei giudizi”, definiti “il vero dramma” punta invece la pg di Milano Francesca Nanni per dire che la ragionevole durata del processo andrebbe discussa prima di passare alla prescrizione. “Dobbiamo concentrarci sugli esiti del processo - ha detto ancora Nanni -. Tutto quello che si oppone a una semplificazione e a una decisione in tempi ragionevoli è deleterio”.

Il nodo vero, ad ogni buon conto, è quello dell’improcedibilità creata dalla riforma Cartabia, un dettaglio che ai tempi della sua introduzione aveva lasciato perplessa anche la stessa magistratura, che invece adesso la ritiene pressoché un totem. E se le proposte firmate da Costa e Maschio mirano a far correre su due binari diversi i tempi della prescrizione e quelli dell’improcedibilità, l’idea di Pittalis è quella di tornare indietro fino alla riforma Orlando, con l’abrogazione totale della seconda.

Tutte ipotesi che non convincono del tutto la maggioranza e che vengono lette in maniera estremamente critica dal M5s. “Le pdl depositate sono prive di qualsiasi sistematicità - si legge in una nota - entrano a gamba tesa in un meccanismo già critico. È evidente che il solo obiettivo di queste proposte è avere l’intervento della prescrizione nel maggior numero possibile di processi così da farli svanire nel nulla”.