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di Carlo Macrì

Corriere della Sera, 12 ottobre 2023

“Non ha rubato”. L’avvocato Giuliano Pisapia: “Seguite i suoi soldi, non li troverete. Ha sempre agito per gli altri”. L’ex sindaco era imputato con altre 17 persone sul modello “Riace”. Cadono l’associazione a delinquere, la truffa ai danni dello Stato e il peculato. Può definirsi quasi un’assoluzione. Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, è stato condannato a un anno e sei mesi: la Corte d’Appello di Reggio Calabria, dopo sette ore di camera di consiglio ha ribaltato quasi interamente la decisione del Tribunale di Locri che, a settembre del 2021, aveva comminato a 13 anni e quattro mesi l’ex primo cittadino, dopo l’inchiesta sul “modello Riace”.

Lucano è stato condannato “solo” per un reato amministrativo, quindi sono cadute tutte le imputazioni, dall’associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, al peculato alla truffa aggravata ai danni dello stato. Alla lettura della sentenza, nel pomeriggio di oggi 11 ottobre, Mimmo Lucano era assente: l’aula di giustizia, però, al momento del verdetto, era affollata di sostenitori del modello Riace e dell’ex primo cittadino.

Un applauso ha accompagnato la lettura della sentenza. Ad applaudire la decisione dei giudici d’appello c’era anche Giuseppe Chiantella, 97 anni, ultimo partigiano reggino. A Lucano veniva contestato un ammanco di 702. 410, finanziamenti dello Sprar, per i richiedenti asilo e rifugiati che, secondo i giudici di primo grado sarebbero stati spesi legittimamente. Il verdetto d’appello ha smontato questo assunto. Il procuratore generale nella sua requisitoria aveva chiesto per Lucano la condanna a 10 anni e cinque mesi di reclusione. “Posso aver sbagliato, ma ho agito per aiutare i più deboli”, aveva detto l’ex sindaco, prima della sentenza.

I suoi difensori, Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua, avevano parlato di “accanimento non terapeutico”. Pisapia, in particolare, nella sua arringa aveva puntato sulla personalità di Lucano: “In tutta la sua vita ha sempre fatto quello che serviva agli altri e non quello che serviva a se stesso”. L’ex sindaco di Milano nella sua arringa ha voluto concentrare il suo ragionamento sulla sparizione dei soldi. “Falcone, tra le tante cose, diceva di seguire i soldi. Vi prego - aveva detto il penalista milanese - seguite i soldi di Lucano e non li troverete”. L’altro aspetto su cui si era soffermato Pisapia è stato quello politico. “Come si fa a dire che ha fatto quello che ha fatto per motivi politici? Non c’è il dolo e manca la consapevolezza e la volontà di un vantaggio economico” aveva tuonato. “Questa sentenza è importante, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti - ha commentato Pisapia - Un conto è la giustizia, un conto è la politica”. Carlo Macrì