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di Antonio Della Rocca

Corriere del Mezzogiorno, 23 agosto 2024

Distratti i 6,8 milioni per le residenze ad hoc. Uno degli internati il responsabile dei disordini. La presa d’atto che uno dei detenuti coinvolti nei disordini dello scorso 17 agosto nel carcere di Bari fosse confinato in attesa di trasferimento in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), riaccende le polemiche sul dirottamento, da parte della giunta regionale, di 6.8 milioni di euro alla rete dell’assistenza psichiatrica gestita dai privati. Soldi vincolati in forza di una legge statale alla creazione di tre nuove Rems da affiancare alle due già esistenti, ma completamente sature.

“Ritengo che se ci fosse stato spazio in una Rems, il detenuto psichiatrico che ha messo a subbuglio il penitenziario barese, avrebbe avuto un destino migliore e sarebbe stato curato anziché rimanere senza la necessaria assistenza dietro le sbarre”, reclama Antonio Perruggini, presidente dell’associazione di categoria Welfare a Levante. Inoltre è assai critico Perruggini sulla scelta dell’esecutivo regionale guidato da Emiliano di distrarre i quasi sette milioni di euro riservati all’attivazione delle Rems di Accadia, Spinazzola e San Pietro Vernotico, per incanalarli nelle strutture di assistenza psichiatrica private. Rumors sempre più insistenti che echeggiano in ambienti politici e sanitari, parlano di una presunta accondiscendenza della giunta ai desiderata dei privati. Nella delibera 1198 del 7 agosto scorso, peraltro, la giunta regionale ammette che “l’utilizzo dei fondi vincolati di cui al capitolo ... è una misura transitoria prevista esclusivamente per l’anno 2024”.

Una precisazione che suona come una nota a discarico per giustificare lo spostamento dei fondi sottoposti a vincolo. Antonio Perruggini incalza: “Sapere della tempestiva disponibilità finanziaria assicurata dalla Regione Puglia alle strutture psichiatriche a supporto delle Rems non può che farci piacere perché trattasi di un settore delicato che riguarda migliaia di persone e in particolare la situazione complessa di chi è detenuto e non riesce a ottenere il diritto di una assistenza dignitosa. Al tempo stesso le Rsa e i centri diurni della Puglia non vivrebbero le note difficoltà e non sarebbero prive del doveroso finanziamento se a seguito delle complesse procedure imposte dalla Regione si fossero trovate in diritto di ottenere lo stesso trattamento riservato alla psichiatria o a altri settori”.

Le Rems hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) aboliti nel 2013 e chiusi definitivamente il 31 marzo 2015. Fatto sta che quasi 7 milioni di euro agganciati ai progetti delle nuove Rems, andranno ai privati che operano nel settore dell’assistenza sanitaria psichiatrica, i quali, secondo indiscrezioni, avrebbero battuto i pugni sul tavolo chiedendo più soldi per i servizi espletati. Una richiesta alla quale la Regione non avrebbe potuto dire di no per non mandare all’aria i delicati equilibri di forze su cui si reggono i rapporti tra politica e imprenditoria attiva in un settore delicato come quello dell’assistenza psichiatrica.