sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Michele Farina

Corriere della Sera, 11 marzo 2022

Per la vicepresidente Usa Kamala Harris “si deve indagare”, Londra mette in guardia i militari russi. All’Aja la Corte Penale Internazionale ha aperto un procedimento, ma spunta l’ipotesi di un tribunale speciale per l’Ucraina.

Putin come Milosevic? Generali russi un giorno sul banco degli imputati, alla stregua di Charles Taylor o dei signori della guerra congolesi? L’ex presidente serbo, ricercato dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia creato dall’Onu, fu arrestato dalla polizia del suo Paese e spedito all’Aja nel 2001, sei anni dopo il massacro di Srebrenica. L’ex leader della Liberia fu condannato dalla Corte speciale per la Sierra Leone nel 2012, a un decennio dalla sua caduta. La giustizia non si muove al passo della cronaca e (ammesso che arrivi a destinazione) è molto più lenta dei massacri che è chiamata a giudicare. O dei proclami dei politici: ieri la vice presidente Usa Kamala Harris ha detto che “dovrebbe assolutamente esserci un’indagine sui crimini di guerra” attribuiti ai russi in Ucraina. Nelle stesse ore il governo britannico ha messo in guardia anche i militari dell’esercito invasore: “Tutti saranno chiamati a rispondere dei crimini di guerra commessi, a ogni grado della catena di comando”. Parole forti, orizzonte incerto. Le mamme e gli infermieri dell’ospedale di Mariupol saranno mai chiamate a testimoniare in un’aula di tribunale? E per quali reati, davanti a quali giudici?

Quali sono i reati? I crimini di guerra sono quelli messi nero su bianco dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, e più recentemente dallo Statuto di Roma, che fu approvato presso la sede della Fao (nella capitale italiana) nel 1998, e che nel 2002 portò all’inaugurazione della Corte penale internazionale, dopo la ratifica di 60 Stati firmatari. Sono considerati war crimes gli attacchi deliberati sui civili, gli attacchi che causano un numero di vittime civili sproporzionato rispetto all’obbiettivo militare, gli attacchi a ospedali, scuole, monumenti storici.

Cosa si dice sull’utilizzo delle armi chimiche e termobariche? Il diritto internazionale proibisce anche l’uso di armi chimiche, mentre l’uso delle devastanti bombe termobariche (che Mosca ha ammesso di impiegare in Ucraina) potrebbe costituire reato soltanto se fosse provato che non si sono adottate misure per evitare vittime civili. Per le atrocità commesse in Bosnia negli anni Novanta, Milosevic fu messo sotto accusa per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Questi ultimi comprendono un ombrello vasto di “atti” criminali (dallo sterminio alla tortura, dagli stupri alle deportazioni). Ma tali atti, prevede lo Statuto di Roma, devono essere “estesi” e “sistematici”, condizioni che non sono sempre facile da provare.

È stata già aperta un’indagine? Il procuratore generale della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, già il 28 febbraio aveva annunciato l’apertura di un’indagine ritenendo fondati i sospetti su crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Ucraina. Diversamente dal 2014 (quando nessun Paese aveva chiesto un’iniziativa simile per fatti legati all’annessione russa della Crimea), questa volta una quarantina di nazioni (Italia compresa) ha sollecitato l’intervento della Cpi. Anche l’Unione Europea ha deciso di collaborare alla raccolta di prove, attraverso l’Unità di cooperazione giudiziaria nota come Eurojust. “Ciò che Putin e Lukashenko stanno facendo in Ucraina è un crimine di guerra”, conferma la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, sollecitando un processo “quando sarà il momento”. Certo la Cpi non brilla per dinamicità: 900 persone da 100 Paesi nello staff, sede all’Aja (Olanda), bilancio di 150 milioni di euro, sei lingue ufficiali (tra cui il russo), 30 casi trattati, 35 mandati d’arresto, 10 condanne (la prima nel 2012, ai danni di un capo milizia congolese) e 4 assoluzioni.

Chi sostiene la Cpi? A sostenere la Cpi sono 124 (sui 193 rappresentati all’Onu). Non si tratta di un tribunale delle Nazioni Unite, anche se il Consiglio di Sicurezza può chiedere di attivarsi su casi specifici. Ma tre dei cinque membri permanenti (con diritto di veto) non hanno ratificato lo Statuto di Roma. Oltre a Cina e Russia, anche gli Usa. Addirittura nel 2020 Trump firmò un decreto per imporre sanzioni economiche ai funzionari della Cpi, dopo l’annuncio di un’inchiesta dell’Aja su possibili crimini contro l’umanità commessi in Afghanistan a partire dal 2003.

Un tribunale speciale per l’Ucraina? Quando Kamala Harris chiede un’indagine sui crimini di guerra dopo l’attacco russo all’ospedale di Mariupol, evidentemente non può pensare a una Corte in cui Washington non si riconosce. Nel recente passato, l’Onu ha creato tribunali ad hoc (da quello per l’ex Jugoslavia a quello per il Ruanda). Un tribunale speciale anche per l’Ucraina? Impensabile per Putin e i suoi generali, fino a che lo zar dormirà sonni tranquilli al Cremlino. Ma il tempo non gioca per forza a loro favore. Nel 1995 Milosevic mai avrebbe pensato che da lì a sei anni, dopo una sconfitta elettorale, il premier serbo Zoran Dindic lo avrebbe spedito all’Aja.