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di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 14 ottobre 2023

“Colmare/ il vuoto che mi hai lasciato/ è difficile/ in questa vita ristretta/ dove ogni giorno/ è uguale/ a quello lasciato/ la sera prima/ alle spalle”. Si apre così la prima poesia, dedicata alla madre da un detenuto della casa di reclusione di Maiano- Spoleto, delle tante raccolte nella silloge “Quando il pianto è un canto”. Un insieme di poesie scritte dai detenuti dei penitenziari umbri di Spoleto e Perugia, frutto di un eccezionale lavoro introspettivo, che farà da apripista per la creazione di una nuova sezione speciale del Premio letterario Città di Castello, riservata a tutti i penitenziari italiani, dal titolo “Destinazione altrove - La scrittura come esplorazione di mondi senza tempo”.

Il volumetto, pubblicato su iniziativa dell’Associazione culturale Tracciati Virtuali e della casa editrice LuoghInteriori, è il risultato del fortunato progetto promosso dalla curatrice Francesca Gosti, che ha ideato un Corso di Scrittura Creativa nei due penitenziari umbri, affiancata dall’Associazione “Nel Nome del Rispetto”. I proventi della vendita verranno utilizzati per arricchire e integrare il fondo dei volumi all’interno delle due case di reclusione.

A credere fermamente nel progetto, che si sposa con gli obiettivi di reinserimento e rieducazione dei detenuti iscritti nell’articolo 27 della Costituzione, è stato tra gli altri Walter Verini, segretario della commissione Giustizia del Senato. “D’accordo con l’editore Antonio Vella - ha detto Verini nel corso della presentazione del volume, avvenuta giovedì scorso a Perugia - abbiamo pensato di strutturare questo progetto, istituendo una sezione del Premio letterario Città di Castello dedicata a tutti i detenuti d’Italia”. L’iniziativa è stata accolta favorevolmente dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Ma Verini si spinge oltre. “Mi auguro poi che prima possibile - ha aggiunto l’esponente Pd - vengano prese decisioni sul Provveditorato per le carceri: è necessario e urgente che si ripristini il Provveditorato regionale in Umbria, come nelle altre regioni, per avere una struttura vicina agli istituti, in grado di rispondere al meglio, ogni giorno, alle esigenze di Capanne, Terni, Spoleto e Orvieto. Confidiamo che questa esigenza possa venire accolta”. La consigliera delegata della Provincia di Perugia, Erika Borghesi, ha definito l’iniziava un “progetto nel progetto”. Nel suo saluto ha colto l’occasione per rivolgere parole di gratitudine verso tutti i soggetti che “in maniera instancabile e con grande passione hanno condotto questa attività presso i due penitenziari”, spiegando poi che “il progetto ha portato ad una grande produzione letteraria con risultati di notevole spessore”. Secondo la consigliera delegata “la scrittura creativa riesce a scavare interiormente e dà modo ai reclusi di riacquisire consapevolezza e l’auspicio di poter riprendere il proprio percorso di vita” e per questo “va seminato il seme del rispetto” e “le istituzioni hanno il dovere di agire affinché la dignità delle persone non venga umiliata in alcuna situazione”.

Un richiamo che si evince anche da alcune delle poesie raccolte nella silloge, come quella in cui un detenuto parla dell’esperienza scolastica in carcere, grazie alla quale ha ritrovato dignità. “È l’arma vincente/ lo posso dedurre/ della mia esperienza/ trovandomi dentro queste/ mura fredde/ ma con uno spirito propositivo/ voglio affrontarla”. Un altro detenuto parla di una donna che ama, anche se solo col pensiero (“Solo tu/ donna/ riesci/ a farmi/ attraversare/ le sbarre”); un altro ancora del figlio che cresce lontano (“Fare il padre/ è un compito/ molto difficile/ Non smetterò mai/ di chiederti scusa/ per non averlo/ potuto fare”).

Il refrain è la dignità, che deve essere talvolta recuperata, talvolta difesa da un sistema penitenziario che tende a fartela perdere a suon di sovraffollamento, sporcizia, disagio psicologico, caldo torrido d’estate, freddo pungente d’inverno. Condizioni la cui gravità è stata tristemente dimostrata dagli 82 suicidi avvenuti nelle nostre carceri nel 2022.

Un pensiero, quello sulla dignità dei detenuti, condiviso anche dall’assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello, Michela Botteghi, secondo la quale “la riabilitazione di un condannato deve partire da un lavoro sulla sua stessa dignità”. Quel lavoro che la curatrice del volume ha portato avanti anche con le detenute della sezione femminile della casa circondariale di Capanne- Perugia. Nella sezione dedicata alle loro poesie ci sono amori che nascono, bambini che crescono, errori commessi in passato e prospettive di vita per il futuro. E c’è anche la poesia che chiude la silloge, firmata da Irene. “Fuori/ bisogna lottare/ non puoi stare fermo/ qualcosa devi fare/ togli quello schermo/ ed inizia ad amare”.