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di Paolo Fallai

Corriere della Sera, 2 novembre 2023

Oggi si celebra, per la decima volta, la “Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti”, indetta dall’ONU. Le “Giornate mondiali” proclamate dalle Nazioni unite non servono a niente. Il loro scopo non è mai pratico, vogliono sensibilizzare, richiamare l’attenzione su temi come la salute, l’ambiente, i diritti umani. Altrimenti potremmo perderli di vista nella nebbia delle emergenze quotidiane. Come la libertà e il diritto di essere informati.

Oggi si celebra, per la decima volta, la “Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti”, indetta dall’ONU nel 2013 in memoria dell’omicidio di due giornalisti francesi nel Mali. La Giornata visse un momento di grande emozione nel 2017 quando Daphne Caruana Galizia venne uccisa da un’autobomba a Malta.

Anche se i numeri dei giornalisti uccisi nel mondo sono tornati ad aumentare, dopo i sanguinosi record di dieci anni fa (più di 140 nel 2013, 80 nel 2022) l’incandescenza dei fronti di guerra riporta in primo piano cifre impressionanti: decine di reporter, fotografi e operatori tv hanno perso la vita in Ucraina. Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, secondo Reporter Senza Frontiere, sono stati uccisi 34 giornalisti, di cui almeno 12 nel corso del loro lavoro.

Anche molti italiani compaiono nel lungo elenco dei lutti: dal 1980 a Beirut al 2014 a Gaza, sono 19 i giornalisti e gli operatori tv uccisi perché svolgevano in prima linea il loro lavoro. E non dobbiamo pensare che sia un tema vivo solo oltre confine o sui fronti di guerra. Il sito meritorio dell’associazione “Ossigeno per l’informazione” riporta i nomi e i casi di 6912 giornalisti minacciati in Italia dal 2006 al 2023. Quasi mai gli assassini dei giornalisti vengono individuati, anche per questo la Giornata mondiale di oggi parla di “mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti”. Morti per aver tenuto fede al loro ruolo nella società, da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin alla nostra Maria Grazia Cutuli uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001.