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di Simona Musco

Il Dubbio, 29 dicembre 2022

Seduta fiume e caos: ad annunciare la tagliola ci pensa il ministro Ciriani: “Falliti i tentativi di mediazione”. La Camera ha confermato la fiducia al governo, con 206 sì contro 145 no. Una votazione che ha richiesto tre chiame e che si è chiusa con la polemica per l’annuncio del ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani del ricorso alla ghigliottina sul decreto Rave, dal momento che “tutti i tentativi per trovare una mediazione sono falliti”. “L’opposizione intende andare allo scontro in maniera irragionevole - ha annunciato a “Oggi è un altro giorno”, su Rai Uno -, dovremo per forza ricorrere a questo strumento”.

Parole stigmatizzate subito dall’opposizione, che ha accusato di arroganza la maggioranza. “Vorrei ricordare ai colleghi, nell’interesse del Parlamento tutto, ma soprattutto a tutela delle prerogative del presidente - ha affermato la deputata dem Debora Serracchiani -, che la tagliola non è una prerogativa del governo ed è inaccettabile che il ministro per i Rapporti con il Parlamento dica una cosa del genere. Non è possibile che ci sia un’invasione di questo tipo nelle prerogative del Parlamento”.

Un atteggiamento che ha colto di sorpresa anche lo stesso presidente Lorenzo Fontana, che ha chiarito di voler chiedere a Ciriani delucidazioni sul punto. “In questo momento (la tagliola, ndr) ancora non è stata avallata”, ha sottolineato, ed “è chiaro che per evitare uno strumento di questo tipo servirà la buona volontà da parte di tutti i deputati, a cui io mi rimando”. Ma la tensione è rimasta palpabile, anche a seguito della proposta di Maurizio Lupi (poi approvata con 52 voti di differenza) di andare avanti con la seduta fiume. Dopo il voto, dunque, la seduta è proseguita con l’illustrazione dei 157 ordini del giorno, che verranno posti in votazione da oggi alle 19. E soltanto dopo si passerà alle dichiarazioni di voto sul provvedimento, che va convertito in legge entro venerdì 30, pena la decadenza.

Un rischio che potrebbe spingere Fontana a confermare l’annuncio di Ciriani e impedire alle opposizioni di fare ostruzionismo. Per Riccardo Magi (+Europa), si tratta infatti del “peggiore dei provvedimenti che perfino questo governo di destra, guidato da uno spirito dichiaratamente repressivo, punitivo e illiberale potesse concepire”. Dura anche Valentina D’Orso (M5S), che ha parlato di “una norma fortemente ideologica, di pura propaganda, volta a solleticare la pancia di un certo elettorato sensibile al motto “ordine e sicurezza”, ma che non risponde a nessun allarme sociale e a nessuna emergenza criminale”. Nessuna urgenza, ha dunque ribadito Alessandro Zan (Pd), che ha puntato il dito contro i colleghi di Forza Italia, “che hanno parlato e sbandierato in questi anni il garantismo”. Accuse rispedite al mittente da Massimo Ruspandini (FdI): “Non è un manifesto politico, non è uno spot, non abbiamo bisogno di propaganda: è l’eredità per chi, come noi, è cresciuto ricordando Borsellino, Falcone e tutti i martiri dello Stato caduti per combattere le mafie”.