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di Annamaria Corrado

Il Resto del Carlino, 17 luglio 2023

Secondo il sindacato autonomo di polizia penitenziaria sono le eccessive temperature ad aver scatenato la protesta. Fumo e paura ma nessuno è rimasto ferito. Trasferiti i due albanesi che hanno appiccato il fuoco. Potrebbe essere stato il caldo eccessivo la causa della protesta che sabato sera ha creato tensione nel carcere di Ravenna. Poco dopo le 19 due detenuti hanno incendiato il materasso della loro cella al secondo piano, provocando un intenso fumo che si è diffuso immediatamente anche al piano inferiore. Pare che a prendere fuoco siano state anche alcune bombolette dei fornellini utilizzati dai detenuti per cucinare.

L’aria è diventata irrespirabile e anche chi era nelle altre celle ha iniziato a urlare alle finestre ‘Aiuto, aiuto, al fuoco!’, mentre altri sventolavano fazzoletti bianchi per attirare l’attenzione. Nel frattempo, mentre davanti all’ingresso dell’istituto si affollavano carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia locale, vigili del fuoco, all’interno il personale della polizia penitenziaria - era arrivata intanto la direttrice dell’istituto, Carmela De Lorenzo, a coordinare le operazioni - metteva in salvo i detenuti. Le celle sono state aperte e sono stati fatti uscire tutti.

I due che hanno appiccato il fuoco sono stati portati in un cortile e tenuti separati dagli altri, si tratta di due uomini di origine albanese in carcere per furto e droga il primo e per aver lanciato una molotov contro un’auto ferma nella zona di via Zalamella il secondo. Anche gli altri carcerati sono stati portati all’aria aperta, ma in altri settori. Sono entrate nella casa circondariale l’ambulanza e l’auto medicalizzata e i detenuti sono stati visitati per scongiurare possibili intossicazioni da fumo. Tutti stavano bene, non è stato necessario alcun ricovero e anche le operazioni di evacuazione nei cortili è avvenuta senza intoppi, e senza che nessuno si facesse male. Gli autori dell’incendio, due fratelli, non hanno opposto resistenza, né hanno dato spiegazioni sul perché del loro gesto. L’area esterna tutto attorno, secondo il protocollo da mettere in atto in questi casi, è stata messa in sicurezza dalle forze dell’ordine presenti e i due uomini sono stati immediatamente trasferiti, uno ad Ancora, l’altro a Reggio Emilia.

A causa di quello che è accaduto sabato sera è stato annullato il concerto previsto ieri con i musicisti della Cherubini, un appuntamento ormai consolidato al quale ha sempre preso parte, come spettatore, il maestro Riccardo Muti. La casa circondariale si augura di poter recuperare al più presto l’evento che vede la partecipazione sempre di parecchi detenuti.

Ad attribuire al caldo la protesta di sabato è il Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria. Nei giorni scorsi, tra l’altro, il garante dei detenuti, Roberto Cavalieri, aveva scritto una lettera all’Amministrazione penitenziaria, per chiedere una serie di misure per migliorare la situazione, tra le quali l’apertura della porta blindata delle celle durante la notte per consentire una maggiore circolazione dell’aria. In carcere sono già iniziati gli accertamenti, i detenuti verranno sentiti e saranno controllate anche le registrazioni del sistema di videosorveglianza.