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di Barbara Rosina*

huffingtonpost.it, 18 novembre 2023

L’indimenticato Giorgio Bracardi - il ricordo non vale per i Millennials - nel 1993, urlava dopo affermazioni nonsense. “In galera!”. Non so dire perché, ma scorrendo giornali, facendo zapping in tv e saltando da un online all’altro, oggi ho ripensato a lui, scomparso ormai da quasi 20 anni. Non c’è però da fare ironia su quello che da qualche giorno si preparava e che ieri è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e oggi campeggia su ogni angolo informativo.

Sto parlando del “Pacchetto sicurezza” che stavolta non si presenta sotto forma di decreto legge, ma di disegno di legge, ciò significa che a differenza del primo che emanato dal Governo ha immediatamente forza di legge, questo DDL dovrà prima passare attraverso il Parlamento. Ma la strada è tracciata - a settembre, con un decreto legge, si era intervenuti sulla criminalità minorile, abbassando a 14 anni l’età minima necessaria per disporre alcuni provvedimenti come il Daspo urbano - più armi, più carceri, più reati. Siamo assistenti sociali, non facciamo solo politica, né ci spingiamo a valutare la costituzionalità delle norme, e da assistenti sociali vogliamo dire la nostra.

Del resto abbiamo trascorso gli ultimi anni della nostra vita trentennale - tra la fine 2021 e tutto il 2022 per ricordare l’anno della costituzione dell’Ordine - cercando di interloquire con le istituzioni, le associazioni, i tecnici e gli esperti per esperienza su problemi che, se affrontati, avrebbero migliorato la vita di molti. Abbiamo parlato di povertà, di lavoro, di violenza istituzionale, di periferie. In un anno e mezzo sono cambiati ministri, parlamentari, presidenti del Consiglio, ma null’altro.

La povertà è sempre più povertà, lo dice l’Istat non noi; le carceri scoppiano, l’associazione Antigone rilevava a giugno che ci sono 9000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare, 62 le morti censite come suicidio dal Centro studi Ristretti Orizzonti; le periferie sono sempre più abbandonate e non basta il Decreto Caivano per tutti gli angoli perduti d’Italia; si muore sul lavoro, Anila, 26 anni, è stata stritolata da un robot da qualche giorno, ma la sua morte non ha avuto l’eco di Luana D’Orazio schiacciata da un orditoio a Prato nel 2021.

Assuefatti a tutto? Pronti a pensare che la sicurezza si coniuga soltanto con “ordine e disciplina”? No, noi no. Abbiamo scritto qualche giorno fa proprio in questo blog, a proposito della legge di Bilancio e non solo, che i provvedimenti in itinere e/o quelli annunciati, mancano di qualsiasi prospettiva. Che il brutto vizio della politica - non solo quella di oggi, ma anche quella di ieri - che risponde di pancia agli avvenimenti di cronaca o alle emergenze senza mettere neanche un mattoncino per costruire il futuro.

Ebbene, tornando al “Pacchetto sicurezza”, alle misure che riguardano l’inasprimento delle pene, i borseggi e l’accattonaggio - norme che sembrano scritte per i Rom, ma su questo si esprimeranno altri - non siamo qui a difendere né chi ruba in metropolitana o truffa gli anziani, né chi manda i propri figli a chiedere l’elemosina, ma avremmo voluto che nella costruzione di un’Italia migliore si fosse fatto qualcosa di diverso.

A meno che non si ritenga che si nasca borseggiatori e accattoni, avremmo voluto un investimento sulla scuola, avremmo voluto una sorta di campagna governativa “Illuminiamo il futuro”, mutuata su quella che Save the Children lanciò quasi 10 anni fa per realizzare spazi ad alta densità educativa nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città, per offrire opportunità formative ed educative gratuite a bambini e ragazzi. La risposta non può non deve essere, per noi, armi, carcere, reati, ma educazione, opportunità, servizi. C’è qualcuno che ci vuole ascoltare?

*Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali