larivieraonline.com, 29 luglio 2018
La Pro Loco per Marina di Gioiosa Jonica oltre ad occuparsi di valorizzare il territorio, di gastronomia e di enogastronomia, si occupa anche di cultura e di arte. Infatti dal 30 luglio al 5 agosto ha organizzato una mostra collettiva di pittura dal titolo "Marina in Arte" nei locali del centro sociale "Egidio Gennaro", ex sala del Consiglio Comunale, Via dei Mille. La Mostra sarà inaugurata lunedì 30 luglio alle ore 18,00 e rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 18,00 alle ore 24,00.
Esporranno di versi artisti nostrani tra cui Corrado Armocida, Mariella Larona, Tiziana Zimbalatti, Domenico Lupis, Assunta Ierace e Natalia Albanese. È una mostra molto importante anche perché ha per tema "La Donna", la donna vista sotto diversi aspetti nella sua naturalezza e nella sua interiorità. Uno spazio particolare è dedicato ai dipinti realizzati dai detenuti nel laboratorio artistico della Casa Circondariale di Locri nell'ambito del progetto "Terre di Ginestre - Quando l'Arte scardina i preconcetti" ideato e coordinato dall'Associazione Culturale Zefiroart di Carmela Salvatore di concerto con la Direttrice del Carcere Dott.ssa Patrizia e patrocinato dal Comune di Gioiosa Jonica. Di questi lavori inediti siamo particolarmente orgogliosi anche perché è molto importante dare a tutti un'altra possibilità, e l'arte può essere anche una via di sbocco, un modo per realizzarsi, un modo per farsi conoscere.
Il progetto "Terre di Ginestre" realizzato con la collaborazione dell'Associazione Culturale Zefiroart di Carmela Salvatore, ha coinvolto 41 detenuti della Casa Circoscrizionale di Locri, impegnati in questi corsi di ceramica e di pittura. Questi dipinti sono un messaggio preciso che gli autori hanno voluto lanciare. È il "no" alla violenza sulle donne e questo ci tengo a dirlo perché con questi quadri loro hanno voluto manifestare il "no" forte alla violenza sulle donne.
Alcuni dipinti sono veramente notevoli, ma quello che di più mi ha colpito sono le considerazioni, le motivazioni del dipinto. Ci sono delle cose che mi hanno veramente commosso. Queste attività artistiche riescono a far emergere la parte buona dell'individuo, ma in questi dipinti c'è qualcosa in più che va oltre il "no alla violenza sulle donne": qui c'è quella passione, quel benessere interiore, quella parte buona dell'uomo, ciò quasi in un forma di "emenda" di voler rivedere i propri schemi di vita intatti. E avere sbagliato, essere stato condannato da un tribunale della Repubblica non vuole dire essere feccia, essere irrecuperabili, assolutamente no. Ecco perché rivolgo un grande apprezzamento a chi organizza queste mostre perché fanno vedere la parte buona dell'essere umano".