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di Alessandra Codeluppi

Il Resto del Carlino, 10 aprile 2024

La decisione del Gip nonostante il parere contrario del Pm. Emergono nuovi dettagli sul presunto caso di pestaggio ai danni di un detenuto che presenta analogie con la vicenda del 3 aprile 2023 per cui si contesta il reato di tortura alla Pulce, quest’ultima confluita nell’udienza preliminare a carico di dieci agenti della polizia penitenziaria. Sul nuovo episodio, cui ha fatto accenno lunedì in tribunale il pubblico ministero Maria Rita Pantani davanti al Gup Silvia Guareschi, e riportato dal Carlino, è aperto un fascicolo in fase di indagini preliminari a carico di ignoti per l’ipotesi di reato di lesioni.

Il fatto contestato, avvenuto nella prima metà del 2020, vede come parte offesa un altro giovane tunisino, pure lui allora detenuto nel carcere di via Settembrini. Qui, alla Pulce, sarebbe stato incappucciato con una federa, e anche picchiato: modalità che si sono ripetute anche un anno fa per il connazionale 44enne. Nel caso del 2020, il giovane tunisino fu poi trasportato da Reggio al carcere di Piacenza: qui, accompagnato scalzo, fu accolto dagli agenti della polizia penitenziaria che lo videro massacrato, con segni di ferite visibili. A quanto trapela, i poliziotti del penitenziario di Piacenza rimasero impressionati: fecero fotografie al detenuto per documentare il suo stato e lo mandarono al pronto soccorso dell’ospedale, dove le sue ferite furono certificate. Dal carcere di Piacenza partì una denuncia d’ufficio, a cui si aggiunse quella sporta dallo stesso detenuto, per lesioni.

Il giovane tunisino è stato sentito dalla Procura e, un paio di mesi fa, ha cercato di fare un riconoscimento dei suoi aggressori, ma ha avuto difficoltà perché il suo volto era coperto, Inoltre in quel punto del carcere mancavano le telecamere: lì, secondo una lettura investigativa, sarebbe stato portato apposta per poi essere aggredito senza essere immortalati.

L’episodio è stato citato dal pm Pantani lunedì nel momento in cui si è opposta alla richiesta delle difese di togliere le misure interdittive per gli agenti della penitenziaria imputati per tortura, lesioni e falso in atto pubblico ai danni del detenuto 44enne, tutelato dall’avvocato Luca Sebastiani: ieri il giudice Guareschi ha sciolto la riserva accogliendo la domanda degli agenti, a cui è stata tolta la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio e servizio disposta nel luglio 2023 dal gip Luca Ramponi per una durata variabile tra i 10 mesi e un anno. Secondo il gup Guareschi, non sussistono più né il pericolo di inquinamento delle prove, perché è già stata esercitata l’azione penale, e neppure il rischio di recidiva, perché il tempo trascorso ha avuto un effetto deterrente. Sull’eventuale rientro al lavoro occorrerà però aspettare le decisioni del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.