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di Margherita Grassi

Corriere della Sera, 11 febbraio 2024

Il ministro della Giustizia e il collega del Viminale dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura per 10 agenti di Polizia penitenziaria e la diffusione del video del pestaggio. Il Guardasigilli: “Immagini indegne di uno Stato democratico”. “Non sono cose accettabili”, sottolinea il ministro degli Interni Matteo Piantedosi. “Sdegno e dolore”, la reazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il governo interviene dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Reggio Emilia per dieci agenti di polizia penitenziaria per tortura, e dopo la diffusione del video choc con le immagini del pestaggio ai danni di un detenuto di 41 anni.

Piantedosi: assicurare la dignità della persona - “Fermo restando che tutto deve essere accertato nelle sedi competenti, e quindi dare giudizi molto netti preventivamente è sempre qualcosa che deve avere un certo riguardo, è ovvio che non sono cose accettabili”, le parole di Piantedosi pronunciate oggi, sabato 10 febbraio, durante una visita istituzionale a Imola. “Ogni volta che una persona è ristretta sotto la vigilanza di organi dello Stato deve essere assicurata la dignità della persona in modo duplice rispetto alle normali condizioni”, ha rimarcato il ministro. Ma sull’episodio si stanno registrando in queste ore diverse reazioni e a più livelli, a partire dalle dichiarazioni del Guardasigilli che ha detto di aver provato “sdegno e dolore” nel vedere le immagini del pestaggio girate dalla videocamera del corridoio della casa circondariale di Reggio dov’è avvenuta l’aggressione, il corridoio della direzione del carcere. “Sono immagini indegne per uno Stato democratico. In attesa che la magistratura ricostruisca i fatti e accerti le responsabilità, voglio sottolineare come sia stata la stessa polizia penitenziaria a svolgere le indagini, su mandato della procura - ha aggiunto Nordio - L’amministrazione penitenziaria tutta è la prima ad auspicare che si faccia luce fino in fondo sulla vicenda: siamo impegnati a garantire la legalità in ogni angolo di ogni istituto”.

Le verifiche del Garante dei detenuti - Un episodio, quello reggiano, che il gip nell’ordinanza ha definito “umiliante e degradante”. Nel frattempo il Garante nazionale dei detenuti sta effettuando ulteriori verifiche. A quanto si apprende, aldilà dell’inchiesta della Procura, il Garante punta ad approfondire le circostanze e il contesto complessivo in cui è emerso il singolo caso, per un’ampia verifica. Nei prossimi giorni potrebbe quindi essere prevista un’ispezione all’interno dello stesso istituto. “Esprimiamo profonda condanna”, scrivono in una nota Cgil e Fp Cgil, che lanciano anche un appello a Nordio sollecitandolo a “una rapida gestione delle indagini che portino ad accertare tutte le responsabilità” perché “comportamenti del genere non possono essere tollerati in un corpo di Polizia dello Stato”, concludono Cgil e Fp Cgil. Sul caso è intervenuto anche il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria). “Il detenuto che si vede nel video aveva già ricevuto circa 30 procedimenti disciplinari. Ogni giorno si contano tra i poliziotti feriti, anche gravi. Ciò non giustifica eventuali eccessi nell’operato degli stessi, ma quando si lavora in un clima di violenza quotidiana, l’esasperazione può portare a gesti inconsulti”, fanno sapere il segretario generale aggiunto Giovambattista Durante e il segretario nazionale Francesco Campobasso.