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Ristretti Orizzonti, 28 maggio 2023

Nell’ambito del progetto rieducativo Liberi Art, ideato da Anna Protopapa, docente volontaria degli Istituti Penali di Reggio Emilia, e realizzato con i detenuti della Casa Circondariale reggiana, dopo un lungo percorso di dialogo, confronto e riflessioni con gli stessi ristretti nel laboratorio artistico Liberi Art, nasce il progetto “ Sbagli, sofferenza e vita”, che consiste nella realizzazione di una serie di quadri, opere dedicate alla realtà del carcere: dalla consapevolezza dei propri errori, alla sofferenza per la separazione dagli affetti famigliari per la privazione della libertà personale, al dramma dei suicidi dietro le sbarre, e alla voglia di migliorarsi per cercare di vivere fuori dalle mura una vita nuova.

Un’altra serie di quadri invece sono dedicate al Corpo di Polizia Penitenziaria e raffigurano diversi loghi del Corpo, oltre a un’opera dal titolo “Il male oscuro delle divise” per sensibilizzare anche la sofferenza e il fenomeno dei suicidi degli Agenti, e delle Forze dell’Ordine in generale.

La prima opera di “Sbagli, sofferenza e vita”, che i detenuti hanno realizzato in mosaico, il logo del Gom “Gruppo Operativo Mobile” è stato donato personalmente dalla volontaria Anna Protopapa al Dott. Augusto Zaccariello, Primo Dirigente della Polizia Penitenziaria, Direttore della Scuola Allievi Polizia Penitenziaria di Parma e Direttore del Gom, alla presenza dei 12 Ispettori delle 12 Sezioni del 41 bis, presso la Sede Gom a Roma nella Scuola di Formazione e Aggiornamento Polizia Penitenziaria Giovanni Falcone il 23 Maggio scorso.

In occasione dell’Anniversario della Strade di Capaci è stato donato anche un altro quadro raffigurante il volto del Giudice Giovanni Falcone realizzato dagli stessi ristretti partecipanti a Liberi Art. “Sbagli, sofferenza e vita” è il risultato positivo di un percorso, di crescita personale dei ristretti in primis di se stessi, e poi verso il prossimo che vivono il carcere nella condizione opposta alla loro. Un esito questo non “scontato” per chi vive la detenzione, ma possibile se nella rieducazione il primo insegnamento è la correzione e il rispetto reciproco, primo passo per il cambiamento, con questa riflessione conclude la volontaria Protopapa.