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di Antonello Guerrera

La Repubblica, 20 luglio 2023

La decisione del primo ministro Rishi Sunak sta già scatenando le proteste di chi la ritiene un’idea disumana. Ma anche dei residenti che non vogliono i richiedenti asilo stipati a pochi metri delle loro case. C’è chi la definisce una “semi-prigione” galleggiante, chi con lo spazio a persona “come quello di uno slot di un parcheggio”, chi non la vuole nella propria circoscrizione e difatti già due porti e autorità locali nei pressi di Liverpool e Edimburgo hanno rifiutato altri battelli del genere.

In effetti, a vederla fa impressione. È la chiatta “Bibby Stockholm” che ha attraccato a Portland, nell’inglese Dorset, e che nelle prossime settimane si appresterà ad accogliere almeno 500 migranti e richiedenti asilo giunti irregolarmente sulle coste britanniche del sud. La nave galleggiante con 222 stanze fornite di bagno in camera è l’ultima novità della lotta del primo ministro Rishi Sunak a quella che il governo britannico chiama “immigrazione illegale”.

Tema molto sensibile al partito conservatore in vista delle elezioni del 2024. Perché il numero degli sbarchi irregolari dalla Manica è aumentato sensibilmente negli ultimi mesi (45.755 solo nel 2022, al 9 luglio 2023 eravamo a 12.722) così come quello in generale dell’arrivo di migranti (regolari inclusi) che ha fatto segnare picchi record di oltre 500mila all’anno. L’esecutivo sinora ha speso 6 milioni di sterline al giorno (circa 7 milioni di euro) per alloggiare i migranti “irregolari” e richiedenti asilo in hotel, da dove talvolta svaniscono, soprattutto i più giovani che scappano.

Ma anche questa nuova soluzione sta scatenando proteste e critiche. Da parte dei residenti, come già visto proprio nell’isola di Portland (che in realtà è penisola grazie a una superstrada sull’acqua), dove l’arrivo della chiatta è stata accolta con fischi da due manifestazioni opposte: quella di coloro che considerano disumano il trattamento dei migranti sulla nave galleggiante e quella dei residenti che invece non vogliono centinaia di migranti stipati in una barca a pochi metri dalle loro case e dalle spiagge. Anche per questo, i deputati locali, come il conservatore Richard Drax, sono spesso assolutamente contrari a una soluzione del genere. Non è chiaro, inoltre, se i migranti avranno libertà di movimento. In teoria gli ospiti, da 18 a 65 anni tutti maschi adulti, non sono “detenuti”. Ma le autorità portuali di Portland hanno notificato come i migranti “non saranno liberi di circolare nel porto e che devono rimanere o sulla chiatta o in un compound di sicurezza apposito a terra”.

La decisione di ricorrere alle navi galleggianti infatti pare anche simbolica, per cercare di far passare il messaggio alla popolazione che i migranti non saranno liberi di girare liberamente sul territorio. Questo perché il governo Sunak deve mostrare il pugno duro per recuperare consensi. Secondo il primo ministro, questo approccio sta funzionando visto che “nell’ultimo mese gli sbarchi sono calati di un quinto rispetto all’anno scorso”, assicura. Ma sinora i risultati sull’immigrazione sono stati complessivamente mediocri, come il clamoroso flop delle espulsioni in Ruanda per migranti e richiedenti asilo definiti “irregolari”: misure duramente criticate da Onu e altri consessi internazionali e che sono state affondate da numerose sentenze giudiziarie in Inghilterra, l’ultima quella dell’Alta Corte, e che dunque si sono rivelate impraticabili, almeno sinora.

Anche la scelta delle chiatte, che in teoria dovrebbero avere cucina, ristorante e palestra, non è inedita. La stessa Bibby Stockholm è già stata utilizzata dal governo dei Paesi Bassi per lo stesso scopo all’inizio degli anni Duemila, come ricorda l’Independent, e anche allora scatenò polemiche e critiche, tra cui quelle di Amnesty International, dopo la morte di un migrante e numerosi casi di stupri e violenze sulla chiatta. L’Ong Freedom From Torture ha definito la soluzione delle chiatte “crudele” e “disumana” e ha chiesto al governo britannico di “fermarsi prima che accada una catastrofe”.