sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Flavia Carlorecchio

La Repubblica, 16 giugno 2022

In una lettera, i religiosi si rivolgono alla camera dei Lord e criticano i trasferimenti forzati. Intanto il primo tentativo di ricollocamento è stato bloccato da una decisione della Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo.

Il programma di trasferimento forzato dei richiedenti asilo in Ruanda “è una politica immorale e una vergogna per il Regno Unito come nazione”. Lo hanno scritto i 25 prelati che siedono nella Camera dei Lord del Parlamento britannico in una lettera inviata al quotidiano The Times. La pensa così anche la Corte Suprema dei Diritti dell’Uomo, che ha bloccato all’ultimo momento il volo diretto a Kigali, in partenza ieri, martedì 14 giugno. Ma l’accordo bilaterale tra Regno Unito e Ruanda, che prevede il pagamento di circa 120 milioni di sterline al Paese africano per l’integrazione dei migranti nelle comunità locali, rimane in piedi.

“Contraddice il retaggio cristiano”. Le critiche all’accordo sono piovute da ogni parte, e anche i vescovi britannici si sono fatti sentire. Nella lettera inviata al Times, osservano come questo provvedimento contraddica “il retaggio cristiano che dovrebbe ispirarci a trattare i richiedenti asilo con compassione, equità e giustizia”. Invece i rifugiati “non si sono visti riconosciute le loro richieste di tutela”, nonostante molti di loro siano “iraniani, eritrei e sudanesi”, ovvero persone provenienti da Paesi che hanno una percentuale di asilo politico riconosciuto “di oltre l’88 per cento”. Firmatario del testo anche l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, massima autorità della Chiesa anglicana.

Percorsi sicuri. Secondo i religiosi, la soluzione per combattere il traffico illegale di migranti non è una misura come quella voluta dal governo di Londra, quanto “creare percorsi sicuri”. Nella lettera il Ruanda viene definito “un coraggioso Paese che si sta ancora riprendendo da un disastroso genocidio”.