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di Roberto Saviano

Corriere della Sera, 1 aprile 2023

“È l’amore che crea una famiglia”, recitavano le magliette dei manifestanti a Milano, lo scorso 18 marzo per difendere un diritto che è grottesco mettere in discussione, ovvero quello di registrare all’anagrafe i figli di coppie omogenitoriali. E come accade sempre, chiunque sia al governo, si parte da un segmento per allargare il discorso e consentire a chi nulla sa di orientare il dibattito pubblico ed esacerbare gli animi fino a ledere platealmente i diritti delle persone credendo di essere legittimati a farlo. È questa la post-verità, la verità delle viscere, quella che fa dire a chiunque: “Così deve essere, perché così la penso io”.

Riusciamo a cogliere la gravità di questa prassi quando è la classe politica a esserne espressione? E che oggi sia, a mettere in scena questo teatro dell’assurdo, una politica sovranista, razzista e omofoba poco ci stupisce, ma se siamo giunti a questo punto, un bel grazie grillino, di quelli urlati in maiuscolo, va a tutti i governi precedenti, che non sono stati in grado di legiferare su questioni riguardanti i diritti fondamentali degli esseri umani.

Ho scelto di mostrare le schiene di due bambini, ma qui non si parla solo di loro. Quando di mezzo ci sono i bambini, si accetta quasi supinamente che la razionalità possa fare un passo indietro. Si mette in discussione il diritto che i figli delle coppie omogenitoriali possano essere registrate all’anagrafe? Ebbene, parte il coro di chi inizia a parlare di gestazione per altri (GPA), di chi si indigna per questa pratica di cui nulla sa e nulla vuol sapere. Per inciso: i giornali sovranisti hanno fatto largo uso del web, zero inchieste, zero approfondimenti, solo becerume e inchiostro per occupare spazio. Qual era il terreno comune per accostare i due argomenti? Bambini e famiglie omogenitoriali, alle menti semplici che popolano il Parlamento, tanto è bastato per accostare due fatti diversissimi e fare la solita ammuina il cui unico obiettivo è fare in modo che a contrapporsi siano le viscere e mai le menti.

Lo scopo è non spostarsi di un centimetro da dove siamo, in un Paese in cui non si è stati capaci di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole; in cui oggi, nelle stesse scuole, non esiste alcuna forma di educazione all’uso dei social, che pure ha molto a che fare con l’educazione sessuale: la politica pretende di entrare a gamba tesa in questioni di cui non sa occuparsi. A noi resta la consapevolezza che si voglia vietare non ciò che è pericoloso o lesivo di un qualche diritto, ma semplicemente ciò che non si conosce, ciò su cui non si vuol ragionare. La gestazione per altri non deve essere un tabù e, perché non sia sfruttamento, perché rispetti la dignità di tutte le persone coinvolte, deve essere regolamentata, anche in Italia.

A oggi, quel che sappiamo è che a farne ricorso sono soprattutto coppie eterosessuali che, per i motivi più disparati, non possono avere figli. E qui prego chi mi sta leggendo di avere cautela nel dire: se la natura vieta non serve accanirsi, perché si diventa sterili anche in seguito a tumori... siamo davvero così convinti che chi soffre perché non può mettere al mondo dei figli, non possa ricorrere alle soluzioni che il progresso mette a disposizione? Ma poi cosa sono progresso e ricerca scientifica se non espressioni della natura? Non sono forse conseguenza della speculazione dell’essere umano? E l’essere umano appartiene o no al mondo naturale? Chissà se lorsignori, invece di setacciare il web alla ricerca di teorie che confermano le loro idee, capiranno l’assurdità di proporre una legge che renda la gravidanza per altri “reato universale”, quando in tutto il mondo nemmeno la pena di morte lo è, quando in Italia non riusciamo a rendere reato la tortura.

Per questo governo bislacco e disumano (Nordio complice), e anche per quelli che lo hanno preceduto, il codice penale è solo uno strumento di rimozione dei problemi. Ma la politica non deve rimuovere problemi aggiungendo reati, ma risolverli legiferando. A Napoli, in queste settimane, quasi ogni esercente ha fatto stampare sulle buste della spesa questa frase “Me penzavo ca murevo e’ stu’ juorno nun o vedevo”, riferita al terzo scudetto del Napoli, che aspettiamo dal 1990. E se questo miracolo San Gennaro potrebbe farlo (da scaramantico, faccio corna), quello di vedere bandite le viscere dal Parlamento in qualità di organo legiferante, credo sarebbe solo utopia.