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di Paolo Frosina

Il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2024

Il renziano Giachetti propone la liberazione anticipata contro il sovraffollamento delle prigioni. C’è già l’ok di Forza Italia. Il rimedio al sovraffollamento nelle carceri? Far uscire tutti in anticipo, per sempre. È l’indulto mascherato previsto in una proposta di legge del renziano Roberto Giachetti, che martedì, grazie all’assist decisivo di Forza Italia, sarà incardinata in Commissione Giustizia alla Camera. Come soluzione al dramma dei suicidi in cella - già 16 quest’anno, l’ultimo giovedì a Genova - Giachetti vuole potenziare il beneficio della liberazione anticipata, volgarmente detto “sconto di pena per buona condotta”. Al momento, se il detenuto “ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione”, possono essergli abbuonati 45 giorni ogni sei mesi: se la proposta diventerà legge, si passerà per due anni a 75, dopodiché a 60 a tempo indeterminato. Insomma, un anno di pena si ridurrebbe a sette mesi e poi a otto. Un regalo retroattivo di cui potrebbero godere i condannati per qualsiasi reato: in primis i colletti bianchi, ma anche assassini, stupratori e persino i mafiosi non pentiti. La liberazione anticipata, infatti, è l’unico beneficio escluso dal regime dei reati ostativi.

Misure simili sono già state adottate in passato, ma sempre per periodi di tempo molto ridotti e in situazioni di emergenza (l’ultima volta durante la pandemia di Covid). Qui invece si vorrebbe rendere il “maxi-sconto” strutturale: rispetto alle pene lunghe, si tratta potenzialmente di vari anni in meno dietro le sbarre, cioè di un indulto eterno (per quanto subordinato alla buona condotta). Non solo. Il testo prevede che la concessione del beneficio non spetti più al giudice di Sorveglianza, ma al direttore del carcere: il magistrato entrerà in gioco “solo ove il condannato sia incorso in una sanzione disciplinare che possa pregiudicare la partecipazione all’opera di rieducazione”. Una norma inedita e piuttosto scivolosa, perché attribuisce a un soggetto esterno alla magistratura - e a contatto quotidiano con i detenuti, con tutto ciò che ne consegue - la facoltà di ridurre a sua discrezione la lunghezza della pena. La relazione introduttiva giustifica la scelta in termini di efficienza: “Ogni anno i Tribunali di sorveglianza riescono a evadere solo poche migliaia di pratiche riguardanti la liberazione anticipata dei detenuti, con altissimi costi in termini di risorse finanziarie ed economiche mentre decine di migliaia di istanze restano senza risposta. Se si considera la situazione di crescente sovraffollamento delle carceri italiane (…) si comprendono l’importanza e l’utilità di rendere automatica la concessione del beneficio”, si legge.

Giachetti, militante radicale da sempre sensibile a questi temi (da 18 giorni è in sciopero della fame contro il sovraffollamento) avrebbe voluto far esaminare la proposta con procedura d’urgenza, tagliando i tempi del dibattito. Ma la Conferenza dei capigruppo gli ha detto no, con i voti contrari di tutto il centrodestra. Così, in base al regolamento, due giorni fa il renziano ha reiterato la richiesta all’aula, preparandosi a uno scontato diniego. Ma lì ha trovato la sponda inattesa del collega di Forza Italia Pietro Pittalis, vicepresidente della Commissione Giustizia, che intervenendo nel dibattito ha preso un impegno ufficiale (condiviso con il presidente della Commissione, Ciro Maschio di FdI, e con gli altri gruppi di maggioranza) “affinché questa proposta venga incardinata nella prossima seduta” dell’organo. Insomma, se ne può parlare - e se ne parlerà - in Commissione: dopo i blitz già messi a segno in tema giustizia - dalla prescrizione ai trojan - l’asse tra renziani e berlusconiani porta a casa un altro risultato.

Certo, per il maxi-indulto la strada è ancora in salita. Fratelli d’Italia per ora non ha alcuna intenzione di dire sì: la linea del partito contro l’emergenza-suicidi, esplicitata pochi giorni fa dalla premier Meloni, è quella di aumentare la capienza dei penitenziari. Anche la Lega difficilmente potrà mettere la firma su una legge così platealmente svuota-carceri. Ma Giachetti non dispera e punta a raggiungere un compromesso che renda digeribile il testo a tutto il centrodestra (contando anche su una possibile convergenza del Pd): un’ipotesi, ad esempio, potrebbe essere quella di ridurre i giorni di sconto, oppure di escludere dal regalo i reati più odiosi (come quelli di mafia). “Il punto politico, per quanto mi riguarda, è che il Parlamento si faccia carico di questo problema. Il merito delle scelte che si faranno ovviamente è affidato al libero e democratico dibattito delle aule”, ha detto il deputato di Italia Viva alla Camera.