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di Umberto Baccolo*

Il Riformista, 5 aprile 2023

Dallo studio universitario nelle carceri alle cooperative che si occupano di reinserimento dei detenuti: ciò che è trionfo dello Stato di diritto viene mostrato come qualcosa di losco. Lunedì sera la Rai ha trasmesso una puntata di Report su carcere, 41bis e reinserimento nella quale Nessuno tocchi Caino è stata tirata in mezzo, in particolare nelle figure dei nostri storici collaboratori ex detenuti Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, spingendo il livello di disinformazione e menzogna ad un livello tale da rendere necessaria una nostra risposta come associazione che da 30 anni si batte a livello internazionale in modo nonviolento contro la pena di morte e la morte per pena. Diverse affermazioni di Report e la tesi di fondo che emerge vanno nella direzione della completa negazione dell’articolo 27 della Costituzione.

La prima parte del servizio è dedicata alla difesa dell’istituto del 41bis e porta avanti una narrazione secondo la quale chi come noi e la Cedu sostiene che questo regime carcerario sia inumano e degradante, una forma di tortura che fa a pugni con la Costituzione, faccia il gioco della mafia, con il solito riferimento al papello di Riina del quale mai è stata dimostrata l’esistenza. Ma si spinge oltre: si scandalizza che i detenuti al 41bis abbiano la possibilità di studiare e laurearsi in carcere, lamentandosi dei voti alti da loro presi, facendo intendere che siano frutto di favoritismi di origine criminale. Chi conosce la realtà carceraria sa invece bene che i voti alti sono frutto del fatto che per un detenuto al 41bis l’unico modo di passare il tempo sia quello di studiare, non potendo svolgere nessun altro tipo di attività, come che essi non hanno favoritismi ma pregiudizi da affrontare. Lo studio poi è l’unico modo che hanno per cambiare, reinserirsi socialmente: andrebbe valorizzato non stigmatizzato. Report attacca poi l’intera categoria degli avvocati che difendono i mafiosi, facendoli passare per probabili collusi e lamentandosi che gli incontri tra loro e i clienti siano coperti dalla privacy.

Nella seconda parte del programma Ranucci inizia ad attaccare, non denunciando reati, ma in modo ideologico, le cooperative e le associazioni che nelle carceri si occupano di reinserimento dei detenuti rendendo viva la Costituzione con la loro azione. Invece Report fa sembrare vergognoso che i detenuti che grazie a queste realtà lavorano e fanno un percorso abbiano accesso agli strumenti previsti dalla legge come la liberazione anticipata.

Quello che è un successo dello Stato di Diritto e il trionfo della Costituzione viene mostrato come qualcosa di losco, frutto di patti scellerati dietro le quinte. Considerano sconvolgente qualcosa di normale e bello, cioè che alcune di queste cooperative siano fondate in carcere da detenuti e da loro gestite, che abbiano un buon fatturato per il loro lavoro onesto e che riescano a far ottenere i benefici ad altri detenuti. Soprattutto si attacca una cooperativa dal lavoro meritevole solo perché diretta da Luigi Ciavardini, ex Nar, mostrando i suoi successi come qualcosa di losco. Quando ai tempi di Mafia Capitale questa Cooperativa fu fatta passare al microscopio e tutto risultò in regola.

Non manca l’attacco gratuito a Totò Cuffaro, citando vicende che la magistratura ha già archiviato. Si arriva a dire che le Cooperative di questo tipo sono in grado di far scarcerare chi vogliono, cosa falsa in quanto la decisione dipende dal Tribunale di Sorveglianza e solo quando questo ritiene che la persona possa essere reinserita grazie al suo percorso essa deve trovare una Cooperativa che le dia lavoro per poter avere accesso ai benefici. Se per il Tribunale non sei pronto, nessuna offerta di lavoro può tirarti fuori. In questo calderone si infila anche l’attacco a Nessuno tocchi Caino: non si dice nulla della nostra storia e dei nostri meriti, della moratoria universale della pena di morte ottenuta grazie al nostro lavoro, dell’impegno costante per la difesa dello Stato di Diritto e della Costituzione, della nostra collaborazione trasversale con il mondo istituzionale, politico, della magistratura in miriadi di progetti, della nonviolenza; si ricorda solo che il nostro Segretario è un ex detenuto per vecchissimi fatti di lotta armata rossa, senza dire che non ha reati di sangue, della dissociazione, riabilitazione, del percorso fatto. Soprattutto sono presi di mira Mambro e Fioravanti, con un attacco violento alla loro privacy (mostrata anche casa loro - cosa che potrebbe essere violazione grave - e la loro figlia adolescente) e con bugie che possono essere solo in malafede vista la facilità di verificare le cose per un giornalista d’inchiesta.

Si dice che Mambro e Fioravanti e Ciavardini devono versare un risarcimento di un miliardo di euro ai familiari delle vittime di Bologna. Falso. Il risarcimento riguarda solo Mambro e Fioravanti, è di due miliardi e mezzo e di questi solo 200 milioni sono da dividersi tra i familiari, il resto è per lo Stato Italiano per il danno d’immagine internazionale. Si dice che loro non hanno mai versato un centesimo anche se hanno da noi uno stipendio. Falsissimo.

Ci vuole un secondo a verificare che Mambro e Fioravanti da anni hanno i conti bancari sotto sequestro e ogni mese gli è pignorato un quinto del loro già basso stipendio. Quindi, come la legge vuole, nei limiti delle loro possibilità stanno mensilmente pagando il loro debito. Ciavardini no perché non lo ha. Si stigmatizza il fatto che la casa di proprietà sia stata intestata alla figlia che ai tempi aveva un anno, chiedendosi se quei soldi vengono da Gelli o da dove. Facile verificare che il nonno di Arianna, persona benestante, prima di morire come molti nonni comprò casa alla nipotina nata da poco e la regalò a lei per poterci vivere coi genitori nullatenenti appena usciti di carcere che altrimenti sarebbero finiti per strada.

Poi ricomincia a presentare attività meritevoli come losche, raccontando che Mambro era stimata da garanti di sinistra e che si impegnava con il loro aiuto per far trovare a altri detenuti lavoro esterno e aiutarli ad avere accesso alle misure. Cosa sacrosanta e normale che Nessuno tocchi Caino e le altre realtà che si occupano di carcere fanno da sempre. Però siccome sono detenuti di destra, Report, il cui vero scopo è attaccare il governo, la mostra come una cosa illecita. Noi lo troviamo inaccettabile e continueremo ad aiutare i detenuti a reinserirsi socialmente e diventare buoni cittadini, siano essi di destra o di sinistra o ex mafiosi, così come a batterci per il rispetto dei diritti umani fondamentali dei quali il 41bis e l’ergastolo ostativo sono la negazione. Non solo per Cospito: anche per mafiosi e fascisti.

*Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino