sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Paola D’Amico

Corriere della Sera, 20 giugno 2023

I dati Ismu: nel 2022 in Europa concesso il 40 per cento dei permessi di protezione in più rispetto all’anno precedente. Le crisi in Ucraina e Siria. I Paesi dell’Europa, nel 2022, hanno concesso ai rifugiati il 40% dei permessi di protezione in più rispetto all’anno precedente, accogliendo in tutto 384.245 richiedenti asilo su 850mila domande presentate e cioè il 45%. A fornire i dati è Fondazione Ismu (www.ismu.org) in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra martedì 20 giugno. Il 44% degli stessi richiedenti ha ricevuto lo status di rifugiato (più 22% rispetto al 2022), il 31% ha ottenuto la protezione sussidiaria (più 48%) - il permesso ha cioè una durata di 5 anni ed è rinnovabile - e il 25% la protezione umanitaria che include anche la protezione speciale (più 72%). In Europa è la Germania il paese Ue che ha rilasciato il maggior numero di permessi di protezione (160mila, il 41% del totale dell’Ue) mentre l’Italia è terza con 40mila esiti positivi (il 10% del totale Ue), preceduta dalla Francia (50mila, 13%) e seguita dalla Spagna (36mila, 9%). Insieme, questi quattro Paesi hanno accolto il 73% delle richieste di protezione a livello europeo.

La crisi Ucraina - Ai 384.245 permessi di protezione concessi nella Ue, sempre nel 2022, si aggiungono gli oltre 4 milioni di permessi per protezione temporanea rilasciati a cittadini ucraini in fuga dal conflitto. Ad aver registrato il maggior numero di beneficiari ucraini di protezione temporanea (1.561.700) è stata la Polonia, seguita dalla Germania (777mila) e dalla Repubblica Ceca (458mila). L’Italia, al quinto posto con 150mila permessi di protezione temporanea a ucraini in fuga. Il gruppo nazionale più numeroso che ha ottenuto una qualsiasi forma di protezione in Europa nel 2022 è quello dei siriani seguiti da afghani, venezuelani e iracheni, mentre in Italia sono stati soprattutto nigeriani, pakistani, afghani e bangladesi i gruppi più numerosi ad avere ricevuto esiti positivi alle domande di protezione.

Sul totale delle decisioni positive, lo status di rifugiato “ il più alto riconoscimento di protezione - nel nostro Paese invece ha sempre registrato incidenze minori, 20% in media nei 10 anni considerati (21% nel 2022), mentre in Ue lo status di rifugiato è mediamente riconosciuto al 50% dei richiedenti a cui viene concessa una protezione (il 44% nel 2022). Ciò è dovuto in gran parte alla nazionalità dei richiedenti asilo che registrano tassi di riconoscimento molto differenti: bangladesi, pakistani, egiziani, tunisini e nigeriani, sebbene numericamente molto importanti nel nostro Paese tra i richiedenti asilo, ottengono esiti positivi alla domanda di protezione (qualsiasi tipo di protezione) inferiori rispetto a nazionalità numericamente più numerose in altri Paesi UE, come i siriani, gli afghani, colombiani e venezuelani. Considerando le due principali forme di protezione “rifugiato e sussidiaria - in Italia nel 2022 le nazionalità che hanno registrato la percentuale di status di rifugiato sul totale delle decisioni positive maggiore sono state quella afghana (75%), quella somala (42%), quella irachena (27%) e quella salvadoregna (24%). Sempre nel 2022, nel totale dei Paesi UE la percentuale maggiore con status di rifugiato si riscontra invece tra i turchi (91%), seguiti da eritrei (80%), cittadini della Repubblica Democratica del Congo (75%), guineani (70%) e ivoriani (67%).

Nella UE, tra i paesi in cui ha prevalso il riconoscimento della protezione sussidiaria (concessa generalmente a chi proviene da paesi in guerra) ci sono oltre all’Ucraina (94% sul totale di esiti positivi), la Siria (63%) e il Mali (79%). Nel caso dei venezuelani “che sono stati accolti soprattutto in Spagna - si è registrata un’alta percentuale di permessi per motivi umanitari che è presente solo in alcune legislazioni nazionali. In Italia la protezione sussidiaria ha riguardato soprattutto ucraini, venezuelani, maliani e iracheni.