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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 26 agosto 2023

La denuncia della signora Debora Mosca è davvero straziante proveniente dalla signora Debora Mosca. La sua richiesta di aiuto mette in luce una triste realtà che spesso passa inosservata: la situazione dei detenuti psichiatrici al momento del rilascio e la mancanza di adeguato supporto sociale per loro e le loro famiglie. In un appello urgente la signora Mosca ha raccontato all’associazione “Sbarre di Zucchero” la sua lotta disperata per trovare una soluzione adatta a suo marito Gennaro, che sta per essere scarcerato dal carcere di Montorio Veronese.

Gennaro è affetto da un disagio psichiatrico, essendo schizofrenico bipolare con episodi di autolesionismo. L’invalidità psichiatrica è stata accertata all’ 80%. Con il suo rilascio imminente, la famiglia di Gennaro si trova di fronte a una crisi devastante: senza dimora. La signora Debora infatti è ospite in una struttura temporanea e suo marito Gennaro è costretto a vagare e dormire per le strade di Verona. Questo scenario non solo mette a rischio la vita e la salute di Gennaro, ma crea anche una situazione insostenibile per la famiglia che è disperata nel cercare aiuto.

Nonostante gli sforzi della signora Mosca nel cercare un supporto da parte dei servizi sociali locali e dei servizi psichiatrici che avevano in cura suo marito, la situazione sembra senza soluzione. L’unica opzione proposta: una sistemazione adeguata con cure necessarie, ma è troppo costosa per le disponibilità economiche attuali della famiglia. Con una spesa mensile di 600€, di cui solamente 150€ coperti dai servizi sociali, la famiglia non può permettersi tale onere. Questo evidenzia una falla nel sistema di supporto sociale per i detenuti psichiatrici e le loro famiglie, lasciandoli indifesi e vulnerabili al momento del rilascio.

Di fronte a questa situazione disperata la signora Debora Mosca si è rivolta all’Associazione “Sbarre di Zucchero” per far diffondere il suo appello. Con il supporto del figlio ha deciso di rendere pubblico il suo nome e la sua storia, sperando che le istituzioni prendano atto e agiscano per offrire aiuto concreto al suo marito e alla sua famiglia. È un grido d’allarme che mette in luce il problema urgente della gestione e del trattamento dei detenuti psichiatrici, che persiste e si intensifica dopo la scarcerazione.

L’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, uccisa da un ex detenuto, dimostra chiaramente che la mancanza di supporto adeguato ai detenuti psichiatrici può avere conseguenze tragiche per la società nel suo complesso. La scarcerazione non segna la fine dei problemi, ma piuttosto l’inizio di una sfida ancora più grande. La sicurezza ùdelle strade e il benessere delle famiglie sono direttamente collegate al modo in cui la società affronta questa questione.

L’Associazione “Sbarre di Zucchero” chiede con urgenza che gli organi preposti, tra cui i servizi sociali comunali, regionali e i Centri di Salute Mentale, intervengano immediatamente per affrontare la situazione del signor Gennaro e di altri individui nelle sue condizioni. È vitale fornire un supporto completo che includa alloggio, cure mediche e psicologiche, nonché il necessario sostegno finanziario. Solo in questo modo la società ha la possibilità di prevenire ulteriori eventi tragici e garantire un autentico sostegno a coloro che necessitano di assistenza.