di Lorenzo Muccioli
Il Resto del Carlino, 12 maggio 2023
Gli studenti delle scuole medie e superiori entrano in carcere. Per conoscere da vicino la realtà vissuta ogni giorno dalle persone sottoposte a misure di detenzione. Ma anche per riflettere sui rischi connessi ai reati derivanti dall’uso o abuso di alcol e stupefacenti. Tutto questo è il progetto sperimentale “Divertirsi in sicurezza”, promosso dalla sottosezione di Rimini dell’Associazione nazionale magistrati in collaborazione con il consiglio dell’ordine degli avvocati di Rimini, la camera penale ‘Veniero Accreman’ di Rimini, la polizia penitenziaria e la direzione della casa circondariale.
Il progetto, che rappresenta la prima esperienza di questo tipo a livello nazionale, è stato presentato ieri in conferenza stampa dal presidente e dal segretario dell’Anmi Rimini, i sostituti procuratori Annadomenica Gallucci e Luca Bertuzzi, dagli avvocati Alessandro Sarti e Monica Rossi, dalla direttrice del carcere Palma Mercurio e dal commissario capo Aurelia Panzeca.
I riflettori si accenderanno nuovamente il 19 maggio prossimo, nel corso di un incontro pubblico in programma alle 15 nell’aula Q del tribunale. Saranno presenti, tra gli altri, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e la deputata Beatriz Colombo, ma anche un ragazzo impegnato in un percorso di recupero all’interno della comunità di San Patrignano.
Come ricordato dalla presidente Gallucci, l’iniziativa si inserisce “nel 31esimo anniversario della strage di Capaci” e mira anzitutto a creare una rete virtuosa tra magistratura, avvocatura e il mondo carcerario allo scopo “di sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto delle regole e alla prevenzione dei rischi”, promuovendo allo stesso tempo la “cultura della legalità specialmente tra chi, come i più giovani, non possiede una piena consapevolezza delle ricadute connesse alla reiterazione dei reati”.
“La Riviera è terra di divertimento - prosegue Gallucci - un divertimento che può e deve essere orientato a modelli sostenibili, lontani dagli accessi legati a droghe e alcol”. Ecco perché, in un’ottica di prevenzione dei reati, accanto a incontri e momenti educativi, formativi e campagne di sensibilizzazione, diventa importante “l’esperienza diretta e il contatto con persone che hanno vissuto sulla propria pelle determinate esperienze”. Tutto questo grazie anche al contributo prezioso della polizia penitenziaria e della casa circondariale, che metterà a disposizione i propri spazi dedicati alla formazione per favorire l’incontro con gli studenti.