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di Giorgia Zanierato

Corriere Veneto, 15 novembre 2023

Il sottosegretario Ostellari: “Sarà un accordo rivoluzionario”. Non solo migranti, anche carcerati. Non solo Giorgia Meloni ed Edi Rama, ma pure Carlo Nordio (insieme ad Andrea Ostellari) con il suo omologo Ulsi Manja. L’Italia si appresta a raggiungere con l’Albania “un accordo rivoluzionario”, così lo definisce il sottosegretario leghista, “che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane”.

Il senatore ha partecipato all’incontro di ieri pomeriggio, nella sede romana di via Arenula, tra i due ministri della Giustizia dei due Paesi. “Entrambe le parti sono concordi e prossime a firmare l’accordo” fa sapere Ostellari. C’è molto di Veneto in questa mossa: nell’origine dei protagonisti - il sottosegretario alla Giustizia è padovano e il ministro Carlo Nordio è notoriamente trevigiano - e nel grado di coinvolgimento della regione. Sono 150, sul totale dei quasi duemila, i detenuti che si trovano a scontare la pena attualmente negli istituti carcerari del Veneto. Tra loro, anche criminali condannati in via definitiva a pene pesanti in processi per narcotraffico o per casi di associazione a delinquere legati al fenomeno delle rapine in villa.

L’obiettivo dichiarato dal governo per bocca di Ostellari è chiaro: “Ciò consentirà di ridurre le spese per il mantenimento e combattere il sovraffollamento delle case di pena senza inutili provvedimenti svuota carceri. Ora può iniziare il confronto con i tecnici per individuare le soluzioni operative, in grado di garantire che ciascun condannato possa espirare in pieno la sua pena, senza sconti, secondo le dovute garanzie”. In parole povere, è stata raggiunta l’intesa politica e ora si tratta di mettere a terra il progetto tenendo conto di due aspetti fondamentali: che il condannato resti in carcere, in modo che non ci siano scorciatoie per la sua liberazione, ma che al tempo stesso si rispettino le norme a garanzia dei detenuti. Tanto per fare un esempio, quelle fissate dalla Convenzione Europea per i diritti dell’uomo sul trattamento in carcere, a partire dagli spazi in cella per ciascuno dei condannati.

In realtà i due Guardasigilli avrebbero stabilito di dare effettiva attuazione al protocollo bilaterale firmato già nel 2017 per il trasferimento dei detenuti albanesi dalle carceri italiane a quelle dello Stato d’origine. Questa accelerazione avviene “nel quadro degli eccellenti rapporti tra i due Paesi, resi ancor più solidi dalla firma del recente accordo sull’immigrazione” da parte dei premier Giorgia Meloni ed Edi Rama, al centro dell’attenzione europea (e delle critiche da parte dell’opposizione italiana) perché prevede la costruzione in Albania di una struttura per la gestione e il rimpatrio dei migranti soccorsi in mare. Sia questo protocollo sia l’intesa sul rimpatrio dei condannati appaiono nel solco della candidatura albanese come membro futuro dell’Unione europea, che proprio il governo Meloni potrebbe fortemente sponsorizzare. Potremo ridurre le spese e combattere il sovraffollamento delle case di pena senza inutili decreti svuota carceri.