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romasette.it, 4 novembre 2023

Nell’azienda artigianale, al lavoro alcuni giovani detenuti. Inaugurazione il 10 novembre con De Donatis, il sindaco Gualtieri, il governatore del Lazio Rocca, il segretario Cei Baturi e don Pagniello (Caritas Italiana). Ambarus: “Non è più il tempo delle punizioni”.

Una superficie di 500 metri quadri, una pressa che può produrre fino a 220 kg all’ora di pasta e 4 essiccatori. All’interno del complesso del carcere minorile di Casal del Marmo nasce “Pastificio Futuro”: un laboratorio artigianale con entrata autonoma, in via Giuseppe Barellai 140, all’interno del quale lavorano alcuni giovani detenuti. La premessa risale al 2013, quando Papa Francesco scelse di recarsi nella struttura per lavare i piedi, nel Giovedì Santo, ai minori reclusi. “Non lasciatevi rubare la speranza”, aveva detto loro. Parole che non sono cadute nel vuoto e che hanno portato alla costruzione del pastificio nei locali di un edificio da anni in disuso. A realizzarlo la Gustolibero Società Cooperativa Sociale onlus, con il sostegno della Conferenza episcopale italiana e di Caritas Italiana e in sinergia con la Direzione dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo, il Centro della Giustizia minorile Lazio-Abruzzo-Molise, il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, le diocesi di Roma e di Porto - Santa Rufina.

L’inaugurazione ufficiale è in programma per venerdì 10 novembre alle 16, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis, del segretario generale Cei Giuseppe Baturi, del sindaco  di Roma Roberto Gualtieri e del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Ancora, saranno presenti anche il direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello e Anna Maria Santoli, dirigente del Centro Giustizia minorile Roma. Per l’occasione Luigi Cremona, giornalista enogastronomico, ha invitato tre chef romani per eseguire al momento tre ricette iconiche della cucina romana: la “gricia”, che verrà realizzata da Andrea Pasqualucci, chef del Moma; la “carbonara” di Luciano Monosilio, del ristorante Da Luciano; la “finta matriciana” di Arcangelo Dandini, titolare e chef del ristorante Arcangelo. Ad accompagnare questi assaggi, l’acqua minerale Egeria e i vini del Consorzio di tutela di Vini Roma doc. Hanno dato il loro sostegno all’iniziativa anche Union Food, che collabora per la produzione alimentare; Confagricoltura, che sostiene per la scelta del miglior grano; La Cascina Cooperativa; INC Istituto Nazionale per la Comunicazione; Confcooperative Lazio.

L’iniziativa parte con tre addetti: una detenuta presente al pastificio grazie all’articolo 21, un ventenne affidato ai servizi sociali e un altro che vive in comunità. A regime, però, potrebbe occupare fino a venti ragazzi. “La pasta - spiega don Nicolò Ceccolini, cappellano di Casal del Marmo - verrà venduta in alcune catene di supermercati con cui abbiamo preso contatti, nonché servita in alcuni ristoranti di livello, perché è una pasta di elevata qualità”. Per il cappellano, “dare delle prospettive future a questi ragazzi è molto importante, può incentivare anche altri loro coetanei che si trovano in carcere a fare un percorso, dare loro un obiettivo. È una bella opportunità perché devono comunque uscire dal carcere, in quanto il laboratorio è esterno alla zona detentiva, seppure all’interno della cinta muraria”. Quando sarà a regime, “il laboratorio potrebbe produrre 2 tonnellate di pasta al giorno, circa 4mila pacchetti da 500 grammi ogni giorno”, sottolinea Alberto Mochi Onori, responsabile di Gustolibero.

Non ha dubbi il vescovo Benoni Ambarus, delegato per la Pastorale carceraria della diocesi di Roma: “Non è più il tempo delle punizioni. Quello che ci interessa - afferma - è cosa succede alla persona “dopo”, quando ha terminato di scontare la sua pena. Nel mondo carcerario bisogna lavorare molto su questo aspetto. La promozione del lavoro e del reinserimento nella società è una spinta notevole in questo percorso di rieducazione e risurrezione”.