di Ilaria Sacchettoni
Corriere della Sera, 27 novembre 2024
L’inchiesta è quella sulla Ventura, la ditta di Napoli che somministrava cibo scaduto ai detenuti e gestiva anche lo spaccio interno. Il ministero benché parte offesa non si è costituito. Frodati ma, apparentemente, indifferenti. I vertici del ministero della Giustizia, curiosamente, non hanno (fin qui) manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile al processo nei confronti di Domenico Ventura e Achille Ventura, responsabili della ditta che, negli ultimi anni, avrebbe gestito in maniera truffaldina la fornitura di cibo ai detenuti nelle strutture di Lazio e Abruzzo.
La frode sugli alimenti - S’interroga la senatrice di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Cucchi nella sua formale richiesta di risposta rivolta al ministro Carlo Nordio: “Quali azioni intende intraprendere per scongiurare il verificarsi di episodi di illecite speculazioni su vitto e sopravvitto ai danni di chi è ristretto negli istituti penitenziari?”. In effetti, benché indicato in calce al provvedimento con il quale la pm Giulia Guccione formalizza la richiesta di rinvio a giudizio per Ventura, il ministero, parte offesa, non si è presentato all’ultima udienza davanti al gip, utile per costituirsi parte civile. L’inchiesta aveva verificato che il cibo somministrato ai detenuti era per la maggior parte avariato, annacquato, surrogato. E che la contestata frode nelle pubbliche forniture portava acqua al mulino della stessa Ventura.
Lo spaccio interno coi prezzi alle stelle - Non solo perché, in questo modo, la ditta risparmiava sulla qualità dei prodotti ma perché spingeva i detenuti ad acquistare i prodotti attraverso il sopravvitto, ossia lo spaccio interno gestito dalla medesima Ventura. Scrive Ilaria Cucchi: “Secondo la richiesta di rinvio a giudizio la ditta aggiudicatrice dell’appalto guadagnava con il meccanismo del sopravvitto, ossia lo spaccio interno al penitenziario i cui prodotti lievitavano di prezzo artatamente”. La questione della costituzione di parte civile è in primis politica secondo Cucchi. I vertici ministeriali intendono tutelare i diritti dei detenuti oppure comprimerli? L’inchiesta aveva avuto il via con la denuncia della garante capitolina dei diritti dei detenuti Gabriella Stramaccioni in epoca Raggi.