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di Alessia Truzzolillo

Corriere della Calabria, 22 ottobre 2023

L’esame urgente si terrà martedì prossimo. La famiglia: “Ci sono detenuti pronti a testimoniare l’attesa di ore prima che morisse”. Dopo le accese denunce della figlia Emanuela è stata disposta l’autopsia d’urgenza sulla salma di Rosario Leonetti, 58 anni, deceduto il 14 ottobre scorso nel carcere di Rebibbia in seguito a un malore. L’uomo, cardiopatico, era in attesa di un intervento chirurgico ed era detenuto nel settore infermeria della casa circondariale romana. È stata settimana di tira e molla tra la famiglia del defunto, assistita dall’avvocato Antonio Lomonaco, l’amministrazione del carcere e la Procura di Roma.

In un primo momento, infatti, il pm romano non aveva ritenuto di dover procedere con l’autopsia. Ma in seguito alla denuncia di Emanuele Leonetti questa mattina un altro magistrato, Giovanni B. Bertolini, ha disposto l’autopsia da effettuarsi con urgenza. Alla famiglia è stato comunicato che l’esame autoptico avverrà giorno 24 ottobre alle 16. La Procura ha già nominato il consulente medico legale e ha avvisato i familiari di nominare i propri consulenti. La questione, dopo una settimana di denunce anche a mezzo stampa, è divenuta urgente tanto che il pm ha disposto di avvisare i parenti del defunto anche telefonicamente se necessario.

E pensare che inizialmente, subito dopo la morte di Rosario Leonetti, la figlia ha denunciato di non aver saputo nulla sulle sorti della salma del padre per quasi tre giorni. La giovane ha denunciato per omicidio colposo “tutto il personale medico della Casa circondariale di Rebibbia-nuovo complesso, che ha avuto in cura mio padre sino al momento del decesso”. Ma la denuncia querela si estende anche al magistrato romano “in servizio presso la Procura della Repubblica di Roma per le ipotesi che l’autorità giudiziaria vorrà ravvisare in merito a mancato sequestro della salma e della documentazione sanitaria al fine dell’espletamento dell’esame autoptico”.

La famiglia del 58enne vuole chiare le circostanze della morte del detenuto che si è sentito male e sarebbe rimasto per ore senza assistenza medica. Nella denuncia si chiede anche il sequestro della cartella clinica e si assicura che coloro che erano detenuti insieme a Leonetti “sono tutti pronti a testimoniare sulla circostanza che mio padre è stato per ore senza ausilio medico”.