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di Rinaldo Frignani

Corriere della Sera, 28 giugno 2024

Telecamere di sorveglianza spaccate, il pianterreno in parte allagato, controsoffitti caduti. E ancora celle devastate e incendiate, e altri danni per decine di migliaia di euro. È il risultato di una mezza sommossa da parte di un’ottantina di detenuti di Regina Coeli che ieri mattina hanno dato vita a una violenta protesta durata alcune ore che ha impegnato gli agenti della polizia penitenziaria, polizia di Stato e anche i vigili del fuoco, intervenuti per mettere in sicurezza i locali coinvolti.

Non ci sono stati feriti e l’allarme è rientrato all’ora di pranzo. Indagini in corso per identificare gli organizzatori dei disordini, solo l’ultimo episodio di tensione all’interno del carcere di Trastevere. La rivolta è collegata ad alcune perquisizioni effettuate mercoledì scorso e anche ieri dalla Penitenziaria nella IV sezione, dove sono reclusi anche soggetti tossicodipendenti, che ha portato alla scoperta e al sequestro di armi rudimentali - bastoni e lame -, oltre a una grappa autoprodotta. Anche su questo punto sono in corso indagini da parte del Nucleo investigativo centrale dei baschi azzurri.

Secondo il segretario generale della Fns Cisl Massimo Vespia “a Regina Coeli ci sono 180 agenti in meno rispetto a quelli previsti dal ministero della Giustizia, e nella regione sono 930, ovvero il 20% delle mancanze a livello nazionale”. Su quella che per i sindacati è tuttora “una grave emergenza”, è intervenuta anche Ilaria Cucchi, senatrice di Avs, per la quale “la situazione degli istituti penitenziari è completamente fuori controllo. Le proteste sempre per gli stessi motivi: il sovraffollamento. Questione irrisolta. Non una bomba pronta ad esplodere ma una bomba già esplosa, che coinvolge detenuti e agenti della Penitenziaria, spesso con tragiche conseguenze come il suicidio”.

Per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria “le carceri si confermano una polveriera pronta a esplodere alla minima scintilla. Suicidi, omicidi, violenze, stupri, devastazioni, traffici illeciti alla frequenza mai vista in precedenza, eppure dal Governo non si avverte il dovere di intervenire in maniera decisa. Lo stato generale delle prigioni è in grave emergenza, come mai negli ultimi 30 anni: la premier Meloni convochi una riunione straordinaria del Cdm e vari immediatamente un decreto legge per ridurre il sovraffollamento di 14mila reclusi, consentire assunzioni straordinarie nel Corpo deficitario di 18mila agenti, e garantire l’assistenza sanitaria, soprattutto psichiatrica”.

“Quel che è avvenuto oggi nel carcere di Regina Coeli a Roma è semplicemente incredibile ed inaccettabile: lo Stato non può più assistere passivamente al degrado ed alle violenze di una frangia di detenuti che pensa e crede di poter fare, nella detenzione, quel che vuole”. Così Donato Capece, segretario generale del Sappe. Per Maurizio Somma, segretario regionale “questa mattina nella IV Sezione a seguito di perquisizione in cui sono stati rinvenuti dei cellulari e spranghe, i detenuti hanno incendiato e distrutto diverse celle, oltre ad avere aggredito un ristretto. Grazie al comandante di reparto e al presidente del Tribunale di Sorveglianza la violenta protesta è rientrata”. Sempre per Capece “si è consumato un attacco allo Stato e a chi lo rappresenta in carcere: ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e della Nazione: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere”.