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di Domenico Alessandro de’ Rossi*

pensalibero.it, 19 marzo 2023

L’importante Convegno, svoltosi a Roma a fine febbraio, dal titolo “La dipendenza patologica da sostanze, tra misure restrittive e strategie di recupero”, ha avutola sua giusta risonanza presso i Piani alti del Ministero della Giustizia.

Il meeting, pensato da Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini-CRI, prestigiosa istituzione che da oltre 20 anni salva vite umane piagate dalla droga, in collaborazione con AIGA, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati; CESP, il Centro Europeo Studi Penitenziari, ha visto nientemeno che la partecipazione del Senatore Francesco Paolo Sisto, il quale ha portato il suo saluto, spendendo parole particolarmente interessate alla individuazione di possibili soluzioni riguardanti il problema della droga e della carcerazione. In quella occasione il vice Ministro della Giustizia, nell’augurare buon lavoro ai convegnisti, tra le altre cose ha assicurato la disponibilità e l’interesse ad approfondire in futuro la tematica della giornata, sottolineando la necessità di promuovere più rapide soluzioni intorno ai problemi riguardanti il diritto alla salute da un lato che, impropriamente, si collega purtroppo al sovraffollamento carcerario.

Dal dibattito è emerso chiaramente che il carcere non è mai stato e non può essere la risposta alle patologie e alle dipendenze da sostanze. I dati purtroppo sono chiari: negli Stati Uniti muoiono circa 90 mila persone all’anno per overdose; in Europa la relazione 2022 dell’Osservatorio Europeo Droghe e Tossicodipendenze comunica che si sono verificati oltre 5.800 decessi per uso di sostanze illecite nel solo 2020. In Italia il Dipartimento Politiche Antidroga nella relazione 2021 indica 293 decessi per droga, evidenziando un trend negativo dovuto alla fase pandemica. Questa strage, sulla quale tuttora poco si riflette, ha fatto emergere in tutta chiarezza il fallimento della cosiddetta “guerra alla droga”, generando morti e inutile sovraffollamento delle carceri.

Dagli USA, ha sottolineato il dottor Massimo Barra, giungono nuove strategie come la “deflection” e la “diversion” che permettono, invece, il trattamento terapeutico del soggetto, al di fuori dell’ambiente carcerario, affidandolo direttamente a strutture di cura, prima di tradurlo in carcere, oppure trasferendolo presso di esse qualora fosse già rinchiuso, per rinviarlo all’eventuale detenzione una volta guarito.

Il Convegno è pervenuto alla chiara consapevolezza di obiettivi precisi e fattibili: A) dare al tossicodipendente il diritto alla cura ed al recupero sociale, tutelando al contempo il bene pubblico e la società civile da rischi collegati alla patologia; B) avviare un complesso di azioni e strutture sul territorio perché le persone afflitte dalla patologia non commettano o reiterino reati contro il patrimonio e le persone, per alimentare la loro dipendenza; C) aiutare le istituzioni a gestire in modo efficace l’esecuzione della pena, con percorsi alternativi che riducano la recidiva e recuperino il soggetto detenuto; D) sviluppare al più presto forme di collaborazione tra istituzioni, che permettano di attuare nuove strategie volte alla riduzione del fenomeno nel futuro.

Grazie anche al qualificato contributo di AIGA e CESP il dibattito ha suscitato inoltre un attento proposito di riflessione riguardante la non secondaria dimensione giurisprudenziale strettamente connessa all’esecuzione penale e alla questione relativa agli spazi e alle speciali caratteristiche degli ambienti destinati all’eventuale separazione e al recupero dell’individuo.

È emersa quindi la necessità di una più complessa riflessione scientifica per una collaborazione allargata concernente anche l’approfondimento della giustizia e dell’esecuzione penale nelle loro diverse modalità applicative nel rispetto dei diritti umani, della salute e della sicurezza sociale. Il futuro applicativo dovrà necessariamente essere sostenuto sistemicamente dal concorso di più discipline professionali suggerendo le soluzioni più idonee alle Istituzioni riguardanti le comunità confinate e la deflection in particolare, verso più aggiornati strumenti di comprensione e quindi di scelte, culturali e politiche.

*Vice Presidente Cesp