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di Elisabetta Soglio

Corriere della Sera, 17 maggio 2022

Le attrici del reparto femminile di Rebibbia per la prima volta fuori dal carcere con lo spettacolo “Ramona e Giulietta”. Progetto di inclusione e reinserimento anche lavorativo attraverso il teatro con il progetto “Le donne del muro alto” di Francesca Tricarico.

Ramona e Giulietta è la riscrittura tragicomica di uno dei più grandi classici shakespeariani. Uno spettacolo tutto al femminile scritto e allestito all’interno della Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia. Una storia d’amore e di rabbia, che racconta il carcere con i suoi tempi e spazi, le sue privazioni, a cominciare dall’affettività negata. Un pretesto per riflettere su quanto il carcere sia una potente lente d’ingrandimento della società e per scardinare quello che ancora oggi è un tabù fuori e dentro le mura carcerarie, l’amore tra due donne.

Mercoledì 18 maggio lo spettacolo si sposta fuori dalle mura dell’istituto per una grande prima serale romana, presso lo Spazio Rossellini, in via della Vasca Navale 58 a Roma, con il sostegno delle Officine di Teatro Sociale della Regione Lazio, della Fondazione Severino e della Fondazione Cinema per Roma.

Scritto e diretto dalla regista Francesca Tricarico con le attrici detenute della casa circondariale femminile di Rebibbia che hanno aderito al progetto “Le Donne del Muro Alto”, Ramona e Giulietta è interpretato dalle stesse attrici che oggi continuano a portarlo in scena da donne libere o semilibere, ammesse alle misure alternative alla detenzione. Donne che attraverso il teatro hanno l’opportunità di lavorare e abbattere lo stigma sociale legato alla detenzione e ancor più alla detenzione femminile, di fare sentire la propria voce e quella delle loro compagne ancora recluse. “Siamo alla prima rappresentazione serale romana fuori dal carcere - spiega Francesca Tricarico, regista e coordinatrice del progetto - ed è un evento importante per le attrici che si confronteranno con un pubblico probabilmente diverso rispetto alle precedenti rappresentazioni. Il teatro per noi è un ponte fondamentale tra il dentro e il fuori; e a maggior ragione nella difficile fase del post detenzione rappresenta uno strumento forte di inclusione lavorativa e sociale. È il luogo che meglio di ogni altro, creando un incontro emotivo tra attori e spettatori, consente di dimostrare che non esiste un noi e un loro, che il carcere è parte della società”.

Il progetto “Le Donne del Muro Alto”, partito nel 2013, è divenuto nel 2021 un vero e proprio percorso di accompagnamento all’inclusione sociale e lavorativa nella fase del ritorno nella società civile dopo un’esperienza detentiva. L’associazione Per Ananke si occupa della diffusione della cultura teatrale e artistica con particolare attenzione ai luoghi di disagio sociale, dal 2013 è impegnata nella realizzazione di laboratori teatrali nella Casa circondariale Femminile di Rebibbia, dal 2020 all’esterno con donne ex detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione, dal 2022 anche nella Casa Circondariale di Latina sezione Alta Sicurezza. Fa parte del coordinamento nazionale Teatro in carcere e dal 2018 le sue produzioni teatrali legate alle attività in carcere sono presenti alla Festa del Cinema di Roma in collaborazione con Fondazione Cinema per Roma.