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di Ilaria Sacchettoni

Corriere della Sera, 3 agosto 2023

L’azienda è collegata allo storico gruppo di Arturo Berselli, da sempre vincitore del servizio di ristorazione nelle carceri regionali, vitto e spaccio (sopravvitto). I vertici della Ventura srl, l’azienda di Napoli che, un anno dopo l’altro, si è aggiudicata la gara d’appalto per il vitto nelle carceri laziali sono sotto accusa per frode nelle pubbliche forniture. Due sono gli indagati, iscritti dai pm Giulia Guccione e Gennaro Varone sul registro della Procura. La svolta investigativa è arrivata dopo il blitz dei finanzieri del nucleo di polizia valutaria che il 18 gennaio scorso hanno prelevato e sottoposto ad analisi di laboratorio il cibo servito alla popolazione di Rebibbia. Tra latte annacquato e carne di scarto quei prodotti si sono rivelati adulterati, come denunciato dall’ex garante capitolina, Gabriella Stramaccioni, in un lungo esposto alla magistratura.

Ventura è la vincitrice di un appalto che fissa a 3 euro e 90 centesimi (ma in precedenza erano appena 2,39) il costo giornaliero di colazione, pranzo e cena per ciascun detenuto. Nel silenzio di tanti la ditta napoletana avrebbe raggirato la pubblica amministrazione. Se poi quest’ultima si sia rivelata distratta è ancora da appurare: una denuncia per turbativa d’asta da parte dell’azienda esclusa dalla gara, la Ladisa di Bari, al momento non è approdata ad alcuna conclusione (se non quella amministrativa visto che il Consiglio di Stato ha dato ragione alla ricorrente, assistita dall’avvocato barese Enrica Della Bruna).

La Ventura è collegata allo storico gruppo di Arturo Berselli, da sempre vincitore del servizio di ristorazione nelle carceri regionali, vitto e spaccio (sopravvitto). Chi, per ragioni di qualità, evitava il cibo della mensa finiva per foraggiare la medesima ditta acquistando prodotti allo spaccio. Un pronunciamento del garante della concorrenza, all’epoca in cui i due servizi erano assegnati alla stessa Ventura, aveva evidenziato dubbi sulla legittimità del caso. In seguito (Marta Cartabia ministro) le gare per vitto e sopravvitto sono state separate ma la Ventura ha continuato ad aggiudicarsi il servizio di mensa. Anche la Corte dei Conti aveva rimarcato il contrasto di quell’appalto aggiudicato con un vertiginoso ribasso con il diritto (costituzionale) alla salute da parte dei detenuti. Tanto che il procuratore regionale del Lazio, Pio Silvestri, aveva ipotizzato un possibile danno di immagine per la pubblica amministrazione.

Nell’esposto della ex garante confluivano le testimonianze dei detenuti, alcuni dei quali impiegati nelle cucine del penitenziario. Si parlava di pesce trattato con farine, di carne di scarto e latte mescolato ad acqua. E se dalla Ventura non rilasciano commenti, è Stramaccioni il cui incarico non è stato rinnovato, a dire la sua: “L’inchiesta conferma le mie denunce sulla vergognosa e annosa vicenda del vitto e sopravvitto nelle carceri romane della quale nessun garante comunale o regionale si è occupato. Per quella denuncia ho scontato isolamento e ritorsioni nel corso del mio mandato”.