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di Andrea Ossino

La Repubblica, 23 aprile 2024

Yu Yang, cinese, 36 anni, era detenuto da un mese. Il gesto mentre il Garante dei detenuti era in visita al penitenziario. Schlein: “Serve più attenzione”. È il trentaduesimo suicidio di un recluso in Italia nel 2024, il secondo nel Lazio. “Ancora un morto in carcere, un suicidio, a Regina Coeli qualche ora fa. Ero all’interno dell’istituto, in direzione, quando è arrivata la notizia: un uomo di trentasei anni, cinese, in carcere da poco più di un mese, si è impiccato alla terza branda del letto a castello nella solita settima sezione, quel porto di mare di arrestati, isolati, puniti, separati, dove l’anno scorso se ne sono ammazzati quattro”. È il Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, a rivelare l’ennesimo suicidio avvenuto in carcere.

Vittima del suicidio, il 33esimo in Italia dall’inizio dell’anno, è Yu Yang, in carcere da appena un mese per aver ucciso la moglie davanti alla figlia di 5 anni. L’uomo, cinese 36enne, secondo le accuse lo scorso 16 marzo ha accoltellato la compagna Li Xuemeim, 37 anni, massaggiatrice in un centro gestito da cittadini cinesi, un lavoro che l’uomo secondo alcune testimonianze non avrebbe digerito. Il delitto è avvenuto in un’abitazione in via Livia, al Quadraro, dove la coppia viveva da un mese insieme a due studentesse cinesi. Dopo il delitto Yu Yang è sceso in strada e si è allontanato dall’appartamento. La polizia però lo ha arrestato poco dopo, trovando in casa anche l’arma del delitto. Il trentaseienne è stato poi accompagnato a Regina Coeli. L’arresto è stato quindi convalidato e l’uomo era in carcere in attesa che la giustizia facesse il suo corso.

Ma oggi, poco dopo l’ora di pranzo, ha atteso che i compagni di cella si allontanassero in occasione dei colloqui con gli avvocati. Poi si è impiccato. La notizia ha fatto il giro del penitenziario, arrivando anche alle orecchie del garante, che in quel momento era in direzione, durante una visita in carcere con il presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale del Lazio. “Non posso che ripetere le parole del Presidente Mattarella: servono risposte urgenti, contro il sovraffollamento, per condizioni di vita umane e dignitose, l’unico modo per contrastare la piaga dei suicidi in carcere”, ha detto Anastasia.

Sul caso è intervenuta anche la segretaria del Pd Elly Schlein: “Serve più attenzione alle condizioni di vita nelle carceri, sia per chi vi si trova a scontare una condanna, sia per chi ci lavora - ha detto - Sono in corso da stamattina oltre trenta visite ispettive in carcere fatte da oltre 40 parlamentari del PD, che ringrazio, nell’ambito dell’iniziativa ‘Bisogna aver visto’. Non si può perdere altro tempo: chiediamo interventi urgenti per migliorare le condizioni di lavoro del personale e facilitare le misure alternative alla detenzione a fine pena o per i reati minori. E invece - prosegue - il governo continua con la proliferazione di reati inutili, con l’aggravamento delle pene esistenti e con il taglio dei servizi sociali e sanitari territoriali. Un mese fa - ricorda - il presidente Mattarella ha chiesto risposte urgenti contro il sovraffollamento perché solo offrendo condizioni di vita dignitose e umane si potrà contrastare questo dramma”.

“Il personale di polizia penitenziaria a Regina Coeli è gravemente carente. Salviamo la vita a decine di persone che cercano di uccidersi ma lottiamo anche contro le gravi carenze di organico. Il decesso di un detenuto è sempre una sconfitta dello Stato”, afferma invece Donato Capece, segretario del Sappe della polizia penitenziaria. “Servono misure alternative. Decongestionate le carceri”, è il messaggio lanciato alla politica. “Non è possibile, i suicidi sono troppi. Non è giustificato. A Regina Coeli ci sono stati diversi casi. Questo è problema umano, parliamo di esseri umani”, dice l’avvocato che assisteva l’uomo, Monica Frediani, che fino a una decina di giorni fa aveva incontrato il suo assistito.