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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 31 gennaio 2024

Sbattuto dapprima in una cella invasa da topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti, poi trasferito in una di circa 35 metri quadri dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta alla settimana. Come se non bastasse, i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero. Parliamo di Filippo M., un giovane italiano recluso nell’istituto penitenziario di Porta Alba di Costanza in Romania. Uno dei peggiori istituti penitenziari di Europa.

Questo grido di allarme emerge da un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Roberto Giachetti di Italia Viva, che denuncia le condizioni disumane e degradanti in cui versa Filippo M., il cittadino italiano detenuto in Romania. Il giovane di 29 anni, originario di Caltanissetta, si trova nell’istituto penitenziario di Porta Alba di Costanza, considerato uno dei peggiori carceri europei e già oggetto di condanne dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) per trattamenti inumani e degradanti.

La madre di Filippo, Ornella M., ha raccontato la drammatica situazione durante una conversazione con Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, nel corso della trasmissione di radio Leopolda “Carceri, bisogna vederle” del 26 gennaio 2024, sottolineando non solo le criticità del processo, ma soprattutto le modalità cruente dell’esecuzione penale. Il giovane è stato arrestato il 3 maggio 2023, durante un festival musicale a Costanza, con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La condanna in primo grado è di 8 anni e sei mesi, con l’appello previsto per aprile 2024.

Il quadro delle condizioni detentive è agghiacciante: appena giunto in carcere, Filippo è stato messo in isolamento Covid per 21 giorni in una stanza infestata dai topi e zeppa di escrementi. Successivamente il ragazzo è stato spostato in una cella di circa 35 metri quadri dove alloggiano 24 detenuti con un buco per terra per i bisogni. Ha la possibilità di lavarsi una volta alla settimana, raramente con l’acqua calda, in docce che consistono in tubi che fuoriescono dalle pareti senza separazioni per preservare un minimo di privacy. Anche i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero. Come se non bastasse, al giovanei è stato anche vietato di poter ricevere una coperta. L’alimentazione fornita dall’istituto consiste in una sgradevole poltiglia servita con il mestolo per cui i detenuti che possono permetterselo acquistano a caro prezzo ciò che fornisce lo spaccio interno, consistente prevalentemente in scatolame, biscotti e altri prodotti confezionati.

In questo quadro desolante, è accaduto che il 26 gennaio scorso Filippo M. sia stato aggredito da un compagno di cella riportando una ferita al labbro e ustioni a una gamba e rischiando di essere accoltellato da un altro recluso. C’è da aggiungere che Filippo è un ragazzo incensurato che non aveva mai avuto problemi con la giustizia prima di questa vicenda, il che rende la sua situazione ancora più allarmante.

Nella sua interrogazione parlamentare, il deputato di Italia Viva Giachetti chiede al governo se sia a conoscenza dei fatti descritti e cosa intenda fare tramite la propria rappresentanza diplomatica per tutelare e assistere il cittadino italiano, verificando le attuali condizioni di detenzione e il rispetto in esse delle regole europee sul trattamento dei detenuti. Inoltre, chiede quali iniziative di competenza intenda assumere affinché siano garantiti i diritti umani fondamentali del ragazzo italiano detenuto in Romania.

Quindi non c’è solo il terribile caso di Ilaria Salis, detenuta in condizioni degradanti nel carcere ungherese. A ciò si aggiunge la vicenda di Filippo. Altro caso emblematico delle condizioni di detenzione inumane e degradanti che si verificano in alcune carceri europee. Il governo italiano è quindi chiamato a intervenire con la massima urgenza per tutelare i diritti umani del giovane italiano e garantire che sia trattato con dignità e rispetto.