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Corriere della Calabria, 13 agosto 2023

L’uomo, 44 anni, si trovava in prigione in seguito a una inchiesta antidroga. La Procura di Castrovillari ha disposto il sequestro della salma. Un detenuto di 44 anni, originario di Lamezia Terme (Catanzaro), è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Rossano, in Calabria. Secondo quanto si è potuto apprendere l’uomo si sarebbe tolto la vita. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la Procura di Castrovillari che avrebbe anche disposto il sequestro della salma. Il quarantaquattrenne si trovava nel carcere di Rossano dallo scorso febbraio perché coinvolto nell’operazione Svevia, operazione antidroga condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro.

Nell’ambito di quella operazione vennero indagati 55 soggeti ritenuti componenti di una presunta rete di spacciatori. In particolare, 40 persone finirono in carcere, 6 ai domiciliari e per tre di loro fu disposta la misura di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’ordinanza si faceva riferimento ad un’organizzazione armata dedita al traffico di droga, legata alle principali cosche di Lamezia Terme, in particolare alla ‘ndrina Giampà, e che aveva rapporti in provincia di Reggio Calabria, a Rosarno e San Luca, e anche Roma.

Ulpa: “Con questo sono 47 i suicidi di detenuti in carcere” - “Aveva 44 anni, originario di Lamezia Terme, era detenuto per reati connessi al traffico di stupefacenti e questa mattina si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella della Casa di reclusione di Rossano. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari prontamente intervenuti. Mentre il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, esterna improbabili e confuse teorie a Torino, in carcere la carneficina non si ferma”. È quanto afferma, in una nota, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. “Con questo sono 47 i suicidi di detenuti in carcere - aggiunge De Fazio - nel corso del 2023, cui bisogna aggiungere altre morti le cui cause sono incerte, e un omicidio, nonché un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che parimenti si è tolto la vita.

A fronte di tutto ciò, è inaccettabile che il Guardasigilli continui a teorizzare confusamente senza produrre nulla di concreto. Per questo invochiamo nuovamente l’interessamento diretto del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché si prenda atto dell’emergenza e si vari un decreto carceri per affrontarla attraverso immediate assunzioni straordinarie, alla Polizia penitenziaria mancano 18mila unità, dotazione di equipaggiamenti e revisione del modello custodiale anche con riferimento ai reclusi malati di mente”. “Parallelamente, inoltre - sostiene ancora il segretario generale dell’Uilpa - il Parlamento dovrebbe approvare una legge delega per la reingegnerizzazione dell’apparato carcerario e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Il resto è solo un placebo”.