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di Antonio Andreotti

Corriere del Veneto, 15 agosto 2024

Il deputato Cortelazzo in visita: “Ottimo livello”. Sindacati: “Propaganda, mancano cure”. Scontro tra Forza Italia e Cgil sulle condizioni del carcere cittadino. La miccia, involontaria, l’ha appiccata la visita di ieri mattina, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Estate in Carcere” promossa dal segretario nazionale Antonio Tajani, del deputato azzurro Piergiorgio Cortelazzo e del vicesindaco forzista di Rovigo Andrea Bimbatti. Una visita bollata da Gianpietro Pegoraro, coordinatore agenti penitenziari della Cgil, come “propaganda”.

Come noto, l’obiettivo dell’iniziativa lanciata dal ministro degli Esteri è “monitorare la situazione nelle carceri italiane e lavorare a tutti i livelli per trovare soluzioni che garantiscano la certezza della pena in condizioni dignitose ma assicurando al tempo stesso la rieducazione dei detenuti”. Durante la visita durata quasi tre ore Cortelazzo e Bimbatti, accompagnati dal direttore del carcere Mattia Arba, spiegano di “aver trovato una situazione di gestione ed organizzazione di ottimo livello, ma sicuramente sono necessari interventi strutturali dall’amministrazione centrale per garantire sicurezza soprattutto agli operatori che lavorano all’interno della struttura”. Un altro problema emerso durante la visita, continuano Cortelazzo e Bimbatti, “è sicuramente quello relativo alla carenza di organico, dove si renderebbe necessario un maggior numero di guardie carcerarie ma anche di personale amministrativo”. Secondo Cortelazzo e Bimbatti “il decreto carceri approvato di recente va in questa direzione. È un primo passo ma sicuramente c’è ancora molto da fare, soprattutto per ciò che riguarda il sostegno agli agenti ed investimento concreto sul reinserimento”.

Il resoconto della visita ha innescato la dura reazione di Pegoraro. “I problemi al carcere di Rovigo - afferma - vanno ben oltre l’organico, attualmente composto da circa 130 agenti. Iniziamo col dire che attualmente ci sono 250 detenuti, ovvero siamo al limite del sovraffollamento. Tra questi ci sono detenuti con problemi psichiatrici, ed inoltre continua a mancare un comandante di reparto fisso nella struttura”. Ma a preoccupare maggiormente Pegoraro c’è l’ok al passaggio ad alta sicurezza, con detenuti appartenenti ad organizzazioni criminali di stampo mafioso, del carcere: “Questo passaggio - spiega - determinerà l’arrivo di detenuti ad alta sicurezza che si andranno a mescolare a quelli già presenti. Un errore enorme, dato che per questo tipo di detenuti andava realizzata una struttura completamente autonoma”. La chiusura di Pegoraro è tagliente: “Visite di propaganda come questa non servono a nulla”.