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di Anna Zafesova

La Stampa, 5 luglio 2022

Dmitry Kolker era ricoverato in terapia intensiva: arrestato in ospedale, è morto dopo due giorni in carcere. Nessuno probabilmente aveva più illusioni sul fatto che in Russia chiunque possa venire arrestato senza motivo e condannato senza prove, e che nelle prigioni del regime si praticavano torture fisiche e psicologiche.

Ma quello che è accaduto al fisico Dmitry Kolker segna un nuovo, impensabile precedente di spietatezza. Il 54enne luminare di fisica è stato arrestato nel reparto di terapia intensiva di una clinica di Novosibirsk, dove era ricoverato d’urgenza per un aggravamento del tumore al pancreas. Provava dolore, non riusciva più a mangiare, si alimentava attraverso un sondino, era reduce da tre interventi chirurgici ed era stato considerato ormai troppo debole per reggere la chemioterapia. In altre parole, era in fin di vita. Nonostante questo, all’alba del 30 giugno è stato arrestato da una squadra di agenti dell’Fsb, la polizia politica, caricato su un aereo e trasferito nel carcere di Lefortovo a Mosca, la prigione dei servizi. Due giorni dopo è stato ricoverato e alle 2.40 di domenica è morto. La sua famiglia è stata informata del decesso domenica mattina, con un telegramma senza firma.

Una vicenda talmente assurda che perfino il figlio dello scienziato Maksim all’inizio si era rifiutato di crederci, e quando aveva ricevuto all’alba del 30 giugno una telefonata dall’inquirente che lo informava dell’arresto di suo padre in terapia intensiva aveva riattaccato, credendo a un brutto scherzo. Solo alla terza telefonata, con suo padre che gli confermava l’arresto, e gli chiedeva di aprire la porta del suo appartamento per la perquisizione, aveva capito che era vero. “L’Fsb ha ucciso mio padre, e non gli ha permesso nemmeno di dire addio alla sua famiglia!”, ha scritto sul social russo VKontakte.

La legge russa proibisce la detenzione di imputati in condizioni sanitarie così gravi, e la famiglia aveva assunto un avvocato per cercare di liberare Kolker. Ma un giudice Novosibirsk aveva convalidato l’arresto senza aspettare l’arrivo del legale della difesa, che poi non è riuscito a trovare traccia dello scienziato nelle carceri di Mosca: sembrava sparito, e il fascicolo sul suo caso sembrava non esistere. Un agente dell’Fsb intanto aveva tranquillizzato la moglie dello scienziato, dicendole che le condizioni di detenzione a Lefortovo erano ottime, e “in cella c’è perfino un frigorifero”. Il fatto che Kolker non era più in grado di mangiare sembrava essere stato ignorato dai suoi carcerieri.

Ancora più surreale, se possibile, è stato il motivo per il quale Kolker era stato arrestato: l’Fsb lo sospettava di spionaggio a favore della Cina. Dottore in fisica e matematica, lo scienziato dirigeva il laboratorio delle tecnologie ottiche quantistiche nell’Istituto della fisica dei laser della famosa Cittadella accademica di Novosibirsk, oltre a insegnare all’università e al politecnico della città siberiana celebre come capitale intellettuale della Siberia. Nel 2018, aveva tenuto lezioni in Cina, ma sua figlia Alina dice che le rigidissime regole dell’istituto dove lavorava rendevano totalmente impossibile passare informazioni non autorizzate: i testi delle lezioni venivano approvati prima, e per verificare che lo scienziato non se ne discostasse gli era stato proibito parlare in inglese. Le lezioni venivano tenute in russo, e un ufficiale dell’Fsb accompagnava Kolker ovunque per assicurarsi che non dicesse una parola in più. Era già stato interrogato più volte, e aveva sempre negato qualunque responsabilità.

Ma due giorni prima era stato arrestato un altro scienziato di Novosibirsk, anche lui accusato di spionaggio a favore di Pechino: Anatoly Maslov, 75 anni, era uno dei principali ricercatori dell’Istituto di meccanica teorica e applicata, specializzato in tecnologie ipersoniche. Anche lui era stato fermato da un team di agenti venuti da Mosca e, dopo la rapida convalida dell’arresto da parte di un giudice, era stato caricato su un aereo speciale per essere trasferito a Lefortovo. È evidente che qualcuno nei servizi vorrebbe svelare un “complotto” accusando scienziati di grande fama e reputazione, molto noti negli ambienti accademici (Kolker era anche un musicista che si esibiva spesso in concerti di musica di organo). In una via di Novosibirsk è nato un memoriale spontaneo con i ritratti di Maslov e Kolker, con decine di persone che hanno depositato fiori e lasciato scritte di protesta, mentre i colleghi stanno raccogliendo soldi per la difesa del primo e i funerali del secondo.