sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Rosalba Castelletti

La Repubblica, 16 marzo 2022

La requisitoria al termine del processo per “frode” e “oltraggio alla corte” iniziato a metà gennaio. L’oppositore sopravvissuto miracolosamente all’avvelenamento, arrestato un anno fa, sta già scontando due anni e mezzo di detenzione per un vecchio caso giudicato “politico” dalla Corte Ue.

Nell’ambito del processo per “frode” e “oltraggio al tribunale”, la procura russa ha chiesto altri 13 anni di carcere per l’oppositore Aleksej Navalnyj che sta già scontando una pena di due anni e mezzo di reclusione.

“Chiedo che venga inflitta una pena detentiva di 13 anni”, ha detto la pm Nadezhda Tikhonova, chiedendo anche una sanzione di “due anni di limitazione della libertà” e una multa da 1,2 milioni di rubli (9.500 euro al tasso di cambio attuale) e di trasferire l’ex avvocato in un carcere di massima sicurezza.

Dopo essere stato avvelenato con l’agente nervino Novichok nell’agosto 2020, Navalnyj era stato trasferito in coma in Germania, dove è stato curato. Pur sapendo di rischiare l’arresto, nel gennaio 2021 è rientrato a Mosca dove è stato fermato non appena atterrato e poi condannato a due anni e mezzo di carcere per un vecchio caso di “frode” risaltente al 2014 e giudicato politico anche dalla Corte europea.

Dal 16 febbraio Navalnyj è sotto processo all’interno delle mura della sua colonia penale a 100 chilometri a Est di Mosca con l’accusa di aver sottratto milioni di rubli dalle donazioni alle sue organizzazioni anticorruzione e di “oltraggio alla corte” in una delle precedenti udienze. Nel giugno 2021 tutte le organizzazioni a lui legate sono state qualificate come “estremiste” (etichetta affibbiata ad esempio alle organizzazioni terroristiche), decisione che ha portato alla loro messa al bando e all’incriminazione dei suoi più stretti collaboratori oggi in esilio.