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di Paolo Isaia

Il Secolo XIX, 24 febbraio 2023

Sono due italiani di 21 e 22 anni, entrambi accusati di omicidio preterintenzionale. Due detenuti sono indagati per la morte di Luca Volpe, 31 anni, trovato senza vita domenica mattina nella sua cella, nel carcere di valle Armea. Sono entrambi accusati di omicidio preterintenzionale. Si tratta di due giovani italiani: Simone Iussi, 21 anni, di Imperia, e Danyel Saba, 22 anni, di Savona. Il primo è in carcere per furto, il secondo per rapina e lesioni.

Volpe stava scontando una condanna a 30 anni per avere ucciso con 17 coltellate, nel 2018, il nonno materno, di 78 anni, con il quale viveva, al termine di una lite: l’anziano si era rifiutato di dargli del denaro per comprarsi dello stupefacente. Il delitto era stato commesso a Cantù. Volpe era stato trasferito a Valle Armea da alcune settimane. Era considerato un detenuto difficile, il suo non era il primo trasferimento.

Secondo quanto ricostruito finora - ma il riserbo sulla vicenda è molto stretto - nella tarda serata di sabato sarebbe scoppiata una furiosa lite tra Volpe e Saba. In particolare, il primo si sarebbe scagliato contro il giovane savonese, aggredendolo. Iussi sarebbe intervenuto in suo aiuto, e Volpe avrebbe avuto la peggio. I tre sarebbero poi tornati nelle rispettive celle. Al mattino, intorno alle 11, il ritrovamento del corpo senza vita di Luca Volpe. Il decesso risalirebbe a un paio di ore prima. Una delle ipotesi - di qui l’accusa di omicidio preterintenzionale rivolta a Iussi e Saba - è che nel pestaggio abbia riportato una lesione che si è poi rivelata fatale. Forse a causa di un’emorragia interna. O, altra ipotesi, potrebbe avergli ceduto il cuore

Le cause del decesso verranno stabilite dall’autopsia, l’incarico verrà affidato questa mattina dal sostituto procuratore Enrico Cinnella della Porta al medico legale dell’Università di Genova Camilla Tettamanti. L’esame dovrebbe essere eseguito già nel pomeriggio, al più tardi domani mattina. Simone Iussi e Danyel Saba sono assistiti dall’avvocato Luca Ritzu.

Nella vicenda restano molti gli aspetti da chiarire, al di là delle cause effettive della morte. Come mai il decesso è stato scoperto solo due ore dopo? E, ancora, se le lesioni erano potenzialmente gravi, perché la sera prima non è stato ricoverato nell’infermiera del carcere, o trasportato in ospedale? Appare improbabile che nessuno sia intervenuto per mettere fine alla lite fra i tre detenuti. Anche se la regola del silenzio è rigidissima: non è escluso che lo scontro, seppure violento, si sia consumata in pochi istanti, senza che il personale del carcere si accorgesse di quanto era accaduto. E lo stesso Volpe potrebbe avere scelto deciso di non chiedere aiuto, anche se ferito. La direzione del carcere finora non ha rilasciato dichiarazioni sull’accaduto, così come non si sono registrati interventi dei sindacati della polizia penitenziaria.