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di Lorenza Rapini

La Stampa, 24 novembre 2022

Chi ha picchiato le donne, chi le ha abusate, chi ha fatto loro violenza e per questo si trova in carcere ora potrà riflettere sui propri comportamenti anche cucendo foulard che proprio le donne indosseranno. Le stesse mani che hanno colpito, ora faranno i conti con la delicatezza, con ago, filo e seta.

L’iniziativa si chiama “I foulard del rispetto” ed è messa in campo a Sanremo dalla maison di moda Daphné, con lo Zonta Club Ventimiglia-Bordighera e ovviamente con la collaborazione del carcere di Valle Armea. La casa di moda Daphné, che non è nuova a iniziative benefiche o di sensibilizzazione, ha creato una linea di preziosi foulard che saranno cuciti appunto dagli uomini sex offender che si trovano in carcere a Sanremo e che partecipano al laboratorio. Un modo di “ricucire” le ferite provocate nel passato, tra l’altro con una attività che da sempre è considerata prettamente femminile. Attraverso la lentezza e la riflessione inevitabili nell’attività di cucito questi uomini potranno forse ripensare a quello che hanno fatto. L’obiettivo resta il recupero, la comprensione dei propri errori, l’insegnamento del rispetto.

Ad insegnare a cucire gli orli di seta ai detenuti le stesse Barbara e Monica Borsotto, designer e direttrice della Maison sanremese, azienda di famiglia che porta avanti tradizione e innovazione, attraverso un artigianato di eccellenza. La tecnica è definita “roulottage” e consiste nell’arrotolare la seta sotto le dita, prendendo l’abbondanza di tessuto della cornice del foulard per ottenere un sottile “rotolino” che dovrà essere omogeneo e leggermente rigonfio. I punti devono essere invisibili, ma molto forti, non devono rovinare il tessuto in seta e gli angoli non devono presentare irregolarità. I carré (i tagli) in seta biologica Gost, quadrati da mezzo metro di lunghezza, saranno poi venduti per promuovere il progetto pilota e dare modo a chi ha eseguito l’orlo di ottenere un compenso.

I foulard sono chiari con bordo rosso e la stoffa ha tante ciliegie disegnate all’interno: si è scelto questo motivo anche perché la ciliegia rappresenta la coppia e spesso i reati di genere avvengono proprio tra le mura domestiche, coinvolgono mogli e mariti, fidanzati e fidanzate, compagni di una vita o legami più giovani.

Questa iniziativa è resa possibile grazie ovviamente alla maison Daphné con Barbara Borsotto, ma anche grazie alla presidente dello Zonta club Ventimiglia-Bordighera Patrizia Sciolla, al direttore della casa circondariale di Sanremo Maria Cristina Marrè e grazie a Rosa Gatto, funzionaria giuridico pedagogica di riferimento del carcere di Valle Armea a Sanremo. A collaborare anche Design072, una agenzia di comunicazione che ha sede a Milano e che ha ideato e sponsorizzato l’immagine coordinata del progetto, utilizzando in particolare carta ecologica ricavata dagli scarti della produzione agroindustriale delle ciliegie. I primi 50 foulard realizzati da questo progetto pilota sono già stati venduti durante una serata organizzata in estate con lo Zonta.