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di Brunella Paciello

lifegate.it, 24 giugno 2022

A Santa Maria Capua Vetere verrà aperto un canile comunale all’avanguardia gestito dai detenuti della locale Casa circondariale. Un modo per favorire il reinserimento delle persone dopo lo sconto della pena e per trovare una casa e un affetto ai cani randagi presenti sul territorio.

Un canile con ospiti di ogni età, incrocio e razza. E i detenuti della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, che lo gestiranno e avranno cura degli ospiti a quattro zampe: parliamo di un progetto di grande importanze civile che prevede la realizzazione, attraverso contributi regionali, di un canile comunale all’avanguardia e di un presidio veterinario dell’Asl e che avrà, parallelamente, lo scopo di perseguire un obiettivo più ampio di reciprocità fra territorio e carcere nel pieno rispetto della finalità rieducativa della pena.

La realizzazione del canile comunale poggia su un protocollo di intesa sottoscritto dal comune di Santa Maria Capua Vetere, dal sindaco Antonio Mirra e dalla direttrice del carcere Donatella Rotundo. Lo scopo specifico sarà quello di permettere ai detenuti di fare un’importantissima esperienza - affiancati da professionisti del settore qualificati - di inclusione sociale con un occhio anche a una futura riammissione nel mondo del lavoro.

Da non dimenticare anche le esigenze del territorio in tema di randagismo: l’altro obiettivo del protocollo è, infatti, quello di iscrivere il canile comunale al registro regionale ai fini delle adozioni. Il rifugio sarà realizzato insieme a un ambulatorio veterinario in co-uso con l’asl casertana. A questo si aggiungono anche aule formative dove saranno attivati sette corsi rivolti ai detenuti che vogliono lavorare nel mondo dei pet come dog trainer, operatori per interventi assistiti con animali e altre figure professionali.

Ad essere coinvolti nel progetto di Santa Maria Capua Vetere saranno anche molti altri enti locali e nazionali come l’agenzia del demanio, l’Asl di Caserta e l’Università degli studi di Napoli Federico II. Purtroppo, il nostro paese presenta il più alto tasso in Europa di recidività dopo lo sconto di una pena. Tra i motivi alla base non c’è solo la difficoltà d’inserimento nel mondo lavorativo, ma anche questioni più profonde che si legano con la qualità della vita dei carcerati che devono scontare la propria pena nelle carceri più affollate d’Europa, dopo quelle di Turchia e Bulgaria.

Il progetto che sta prendendo piede a Santa Maria Capua Vetere potrà significare la possibilità per molti detenuti di intraprendere una nuova attività lavorativa da svolgere a fianco dei compagni a quattro zampe. E, per questi ultimi, ci sarà la possibilità di ritrovare una nuova famiglia e un nuovo affetto che l’abbandono aveva fatto dimenticare per anni.