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askanews.it, 3 ottobre 2023

Un protocollo per dar vita a un laboratorio di produzione di cravatte dedicato al personale di Polizia penitenziaria. È il contenuto dell’intesa sottoscritta a Napoli tra Donatella Rotundo, direttore della Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, e Maurizio Marinella, amministratore unico dell’azienda sartoriale partenopea. L’evento ‘Un nuovo inizio: sartoria interna nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, una storia di speranza e trasformazione’ dà il via alla collaborazione tra le istituzioni e Marinella, realtà simbolo del Made in Italy nel settore della moda e dell’artigianalità.

“Il progetto - ha spiegato Alessandro Marinella, general manager E. Marinella - punta a dare una seconda opportunità in un Paese che non dà seconde opportunità. Tutte le persone che finiscono in carcere quando escono, purtroppo, non riescono a reintegrarsi nella società. Il nostro progetto punta a dare dei know-how che garantiscano loro la possibilità poi di essere assunti nelle aziende soprattutto in un settore, quello dell’artigianato, che è carente di manodopera”.

“Questa è la nostra seconda esperienza perché, già qualche anno fa, abbiamo cercato di coinvolgere delle donne che stavano in carcere per trasferire loro un lavoro. Noi siamo sempre attenti, come azienda, all’artigianato - ha aggiunto Maurizio Marinella, amministratore unico E. Marinella - Ed ecco che ci è venuta questa idea di poter collaborare con il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Abbiamo delle signore maestre che possono insegnare questo antico mestiere e, quindi, ci è sembrata una cosa bella, una cosa di grande emozione il coinvolgimento di Marinella che è sempre attento al sociale”.

Soddisfatta anche Donatella Rotundo, direttore Casa circondariale Santa Maria Capua Vetere: “Abbiamo due obiettivi: quello di dare la possibilità ai detenuti di avere una formazione e una professionalità spendibile nel momento in cui si troveranno nuovamente ad affrontare il mondo del lavoro soprattutto con l’obiettivo di abbattere la recidiva e di dare sicurezza sociale.

La realtà che noi creeremo in carcere prevede la formazione di una vera e propria azienda in cui l’eccellenza, in questo caso tessile, daranno gratuitamente il loro know-how che trasferiremo ai detenuti”. Per le cravatte confezionate in carcere e utilizzate dagli agenti non verranno fatte gare d’appalto aiutando non solo le casse statali, ma migliorando anche la qualità e la resistenza del prodotto.