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di Liana Milella

La Repubblica, 22 settembre 2023

La terna già consegnata a palazzo Chigi. Con lui l’avvocata romana Irma Conti, indicata dalla Lega, e il civilista palermitano Mario Serio in quota opposizione. Al Pd che contesta l’incompatibilità di D’Ettore in quando professore a Firenze lui replica. “Sono pronto a sospendermi per 5 anni dall’incarico, ma anche a dimettermi”. La terna è questa. Nuovo Garante dei detenuti il meloniano Felice Maurizio D’Ettore. Con lui l’avvocata romana Irma Conti, indicata dalla Lega. E ancora il civilista Mario Serio in quota opposizione. Fratelli d’Italia sta per occupare un’altra poltrona strategica non solo per le carceri, ma in questo momento soprattutto per i migranti.

I tre nomi sono già a palazzo Chigi, pronti per essere approvati dal Consiglio dei ministri. Sono i tre che per i prossimi ben sette anni dirigeranno l’ufficio del “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale”. Un nome voluto dall’attuale Garante, il matematico e giurista Mauro Palma, in carica dal 2016, che lo ha preferito alla dizione incompleta di Garante dei detenuti, perché non rispecchia neppure i compiti di un ufficio che si occupa non solo delle carceri, ma anche dei luoghi di polizia, dei centri di permanenza per il rimpatrio, delle residenze per gli anziani e di quelle per l’esecuzione delle misure di sicurezza, nonché dei trattamenti sanitari obbligatori. E proprio in questo momento strategico per i migranti, e mentre Palma prosegue le sue infaticabili visite, serve un uomo di partito. Che è in stretto contatto con il sottosegretario meloniano alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

Ed ecco confermata dunque l’indiscrezione data da Repubblica a fine luglio. Quando era stato il Guardasigilli Carlo Nordio a portare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la terna che vedeva al vertice Felice Maurizio D’Ettore, docente di diritto privato a Firenze, nonché deputato di Forza Italia, poi passato a Coraggio Italia, e infine, non candidato alle ultime politiche, divenuto fan di FdI. Proprio sul suo nome s’incaglia la nomina, perché D’Ettore, come denuncia subito la dem Debora Serracchiani, non potrebbe fare il Garante perché la legge che ha istituito questo ufficio parla di carica incompatibile per chi è già un dipendente della Pubblica amministrazione. Proprio come nel caso di D’Ettore.

Non ci sono problemi invece per Mario Serio, ordinario di diritto comparato a Palermo, ex consigliere del Csm nella consiliatura 1998-2002, nonché avvocato protagonista dell’appassionata difesa della pm siciliana Alessia Sinatra, vittima delle avance dell’ex procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo. Le indiscrezioni raccontano che il suo nome sia stato fatto con calore dall’ex pm Roberto Scarpinato, oggi senatore di M5S. A luglio il terzo nome era quello di Carmine Antonio Esposito, ex presidente del tribunale di sorveglianza di Perugia e poi di Napoli, e poi consigliere comunale a Brusciano giusto nelle file dei meloniani. Ma evidentemente la sua età avanzata, siamo sugli ottant’anni, dev’essere stata giudicata poco congrua per un lavoro “sul campo”. E poi mancava decisamente una donna, visto che nell’attuale vertice del Garante ce ne sono ben due, la vice Daniela de Robert ed Emilia Rossi.

Ed ecco allora il terzo nome in quota Lega, l’avvocata Irma Conti, che sfoggia un ampio curriculum, cavaliere della Repubblica “per la sua lotta a favore delle donne” e vice presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma. Tutto a posto dunque? Pare ancora di no. Perché, come diceva Serracchiani, il meloniano D’Ettore - che per la cronaca passa con FdI giusto dieci giorni prima delle elezioni dell’anno scorso quando non ha altre chance per ritornare in Parlamento - non ha le carte in regola. Proprio questo ha bloccato la sua nomina a luglio. Come professore universitario è incompatibile con le regole del Garante. Ma lui avrebbe già assicurato che non solo è pronto a sospendersi dall’incarico con l’obbligo di stare fuori per cinque anni, ma se questo non dovesse bastare ha detto che “è pronto anche a dimettersi dall’università”.

Resta il rammarico che siano caduti nel vuoto gli appelli per affidare l’incarico di Garante a Rita Bernardini, la leader di Nessuno tocchi Caino, per anni accanto a Marco Pannella nelle battaglie per un carcere giusto, che lo stesso Nordio, all’inizio del suo dicastero, avrebbe ipotizzato come la persona giusta a succedere all’attuale Garante. Ma evidentemente sia la situazione delle carceri, in cui proseguono purtroppo i suicidi, dove ci sono ancora una trentina di mamme con i bambini al seguito, dove tanti diritti sono negati, nonché soprattutto l’attuale stretta sui migranti, richiedono un uomo di partito, obbediente ai comandi.