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ansa.it, 6 dicembre 2023

Riaprì l’Asinara per capimafia e gestì passaggio Buoncammino-Uta. È morto al Policlinico di Monserrato Gianfranco Pala, 64 anni, originario di Decimomannu, dopo una vita professionale dedicata all’amministrazione penitenziaria. Nel 1989 fu direttore di Badu e Carros, a Nuoro. Dal 1991 ebbe l’incarico di riaprire l’Asinara attrezzando il 41 bis a Fornelli che dal 1992 in poi ospitò circa 250 capimafia, tra i quali Totò Riina, Leoluca Bagarella, Francesco Schiavone.

Fu poi alla guida del carcere di Buoncammino, a Cagliari: nel 2014 gestì il trasferimento a Uta. Ha sempre lavorato per l’apertura del carcere alle associazioni di volontariato, per consentire ai reclusi una detenzione meno afflittiva.

“Il suo ruolo - ricorda Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, in prima linea nelle carceri sarde - non gli evitava di manifestare, al pari del rigore nelle risposte, empatia, umanità e sensibilità.

Effettuava colloqui quotidiani con le donne e gli uomini privati della libertà ricordando sempre a se stesso che la sua posizione non poteva ammettere incertezze e ripensamenti ma consapevole che dare una risposta seppure negativa significava sottrarre la persona detenuta alle mille illazioni che gli avrebbero procurato una sofferenza”.

Presidente regionale della Federazione pugilistica italiana, fino all’ultimo con tutte le sue forze ha girato la Sardegna garantendo la sua preziosa esperienza e presenza in tutte le manifestazioni di pugilato e nelle riunioni organizzate per migliorare e fare crescere una disciplina sportiva che amava fin da ragazzo.