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sardiniapost.it, 6 novembre 2022

Disagi, sovraffollamenti, violenze. La situazione dei detenuti e del personale nelle carceri sarde continua a peggiorare. Quella più critica a Tempio, dove ci sono detenuti dell’alta sicurezza e per 170 posti ci sono 193 ristretti (113,5 per cento). Al limite le carceri di Oristano, Nuoro e Cagliari. Lo studio dell’associazione Socialismo diritti riforme, partendo dati forniti dall’ufficio statistica del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sulla realtà detentiva al 31 ottobre 2022.

“Condizioni di disagio - dice l’esponente di Sdr, Maria Grazia Caligaris - si registrano a Oristano (263 detenuti per 267 posti), Nuoro (246 per 375 ma un’ala di circa 100 posti è chiusa in attesa di ristrutturazione e recentemente si è verificato una caduta di calcinacci), Sassari-Bancali (428 per 454 - 90 presenze al 41bis) e Cagliari-Uta (537 presenze per 561). In molti istituti, poi, tra cui il carcere di Tempio, manca un direttore in pianta stabile.

“Ciò che manca nel resoconto ministeriale è la reale condizione delle celle e delle problematiche connesse con la gestione dei ristretti - ha continuato Caligaris. Il neo ministro della Giustizia Carlo Nordio ha posto in cima alle sue azioni la conoscenza della realtà del carcere e sta effettuando visite nelle strutture più problematiche: l’auspicio è che il tema non sia solo quello di nuove carceri. Servono strutture alternative, centri e comunità dove le persone, quando è necessario, vengano davvero curate e gestite in modo che possano essere reintegrate in società. Servono poi direttori e operatori penitenziari, occorrono più psicologi e psichiatri e più educatori, mediatori e operatori culturali”, conclude la portavoce di Sdr.