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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 14 novembre 2023

La recente crisi nel sistema penitenziario della Sardegna ha raggiunto proporzioni preoccupanti, con tre neo- direttori di carcere che hanno rinunciato al loro incarico. Questo fenomeno ha sollevato interrogativi sulla situazione generale delle carceri isolane, mettendo in luce un contesto caratterizzato da decenni di abbandono e malagestione, un problema che coinvolge i governi di ogni colore politico.

Gennarino De Fazio, Segretario della UILPA Polizia penitenziaria, ha commentato la decisione dei tre funzionari che, nonostante abbiano superato il concorso e il corso di formazione, hanno rinunciato all’incarico di direttore delle carceri di Isili, Tempio Pausania e Alghero. De Fazio ha evidenziato il surplus di disagio nel guidare istituti penitenziari sardi, ritenuti l’emblema dello sfascio carcerario causato da anni di abbandono governativo. La mancanza di personale e la carenza di risorse sono evidenti, con la Polizia penitenziaria che conta ben 18.000 unità in meno, una situazione che si aggrava ulteriormente in Sardegna. Il Segretario della UILPA ha sottolineato che assumere responsabilità in un sistema ancora allo sbando, con gravi carenze di ogni tipo, non è allettante per molti, specialmente considerando il trattamento economico non adeguato alle responsabilità.

Maria Grazia Caligaris, dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV”, ha denunciato ulteriormente la crisi, affermando che neanche i nuovi direttori accettano di lavorare in Sardegna. Questa situazione lascia scoperti importanti istituti come quelli di Isili, Tempio, Alghero, Sassari, Nuoro e Cagliari. Caligaris ha definito ciò un’umiliazione per l’intero sistema penitenziario sardo, soprattutto dopo la tragica perdita dei direttori Patrizia Incollu e Peppino Fois che hanno lasciato sulla strada la loro vita per onorare il lavoro.

L’associazione ha sottolineato la necessità di un intervento immediato da parte dei parlamentari sardi per garantire i diritti di chi lavora nelle carceri dell’isola. Caligaris ha proposto che i concorsi per la dirigenza penitenziaria siano regionali, per assicurare che i partecipanti abbiano una consapevolezza piena del territorio e del ruolo che stanno assumendo.

Ma il problema sarebbe rimasto anche se i tre neo direttori non si fossero dimessi. La stessa Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” ha denunciato che la conclusione del concorso per dirigenti penitenziari indetto nel 2020 dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, a distanza di 25 anni dal precedente, “non soddisfa pienamente le necessità del sistema detentivo isolano. Restano infatti scoperti due Istituti molto importanti: quello di Cagliari, con circa 600 detenuti, dove Pietro Borruto avrà l’incarico di Vice Direttore, e quello di Badu e Carros di Nuoro dove attualmente svolgerà il ruolo di reggente Marco Porcu che dirigerà invece l’Istituto di Sassari- Bancali, con una sezione del 41bis, diventato struttura penitenziaria di primo livello”. Il bisogno di riforme strutturali è evidente, e l’esponente di Socialismo Diritti Riforme ha evidenziato l’urgente necessità di un intervento immediato da parte del Capo del Dipartimento. La mancanza non solo di un Direttore a tempo pieno a Nuoro, ma anche di un Vice Direttore e di un Comandante stabile a Sassari- Bancali, sta compromettendo seriamente l’efficacia e la stabilità del sistema carcerario sardo.

L’espletamento del concorso e l’anno di formazione dei neo Direttori, conclusosi a ottobre, non possono far dimenticare la complessità di un sistema rimasto senza guida per troppo tempo, diventando un esempio di inefficienza operativa a livello nazionale. In particolare, la designazione di una direzione stabile per una Casa Circondariale di 33 posti, mentre a Cagliari è stata assegnata una Vice dirigenza, suscita perplessità e solleva domande sulla coerenza delle decisioni prese. Ma ora tutto è ulteriormente precipitato con la rinuncia dei nuovi tre direttori.