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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 10 giugno 2023

Tre direttori per 10 istituti penitenziari. C’è un grosso problema riguardante la gestione delle carceri sarde, che si prospetta ancora più complessa durante l’estate. A lanciare l’allarme è Maria Grazia Caligaris, esponente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

Attualmente, ci sono 2.079 persone detenute, di cui 47 donne, distribuite in 10 carceri dell’isola. Eppure, come sottolinea Caligaris, soltanto tre direttori, Marco Porcu, Patrizia Incollu e Elisa Milanesi, si occupano della gestione di questi istituti. La situazione è particolarmente preoccupante a causa della carenza di personale dirigenziale. Ad aggravare la situazione, la direttrice Giulia Russo, che ha ottenuto l’incarico a Secondigliano, si trova a dover gestire anche le carceri di Alghero e Tempio. Questa carenza di direttori mette a rischio la serenità lavorativa degli stessi operatori penitenziari e il rispetto dei diritti delle persone private della libertà.

Inoltre, il direttore che attualmente si occupa della Casa Circondariale di Cagliari- Uta, con 573 detenuti, ricopre anche lo stesso incarico al carcere di Sassari Bancali, con 442 detenuti. Complessivamente, si tratta di 1.015 persone ristrette che devono essere gestite da un solo direttore. Inoltre, il direttore dovrà affrontare la responsabilità di supervisionare oltre 600 operatori della Polizia penitenziaria, 56 amministrativi e 17 funzionari, tra Cagliari e Sassari. Questa mole di lavoro richiede notevoli capacità gestionali, specialmente in un momento così difficile per il sistema penitenziario isolano.

Anche gli altri dirigenti delle carceri sarde hanno un carico di lavoro molto pesante. Patrizia Incollu, direttrice al Badu e Carros di Nuoro, deve occuparsi anche degli istituiti penitenziari di Mamone e Lanusei. Nonostante il numero inferiore di detenuti rispetto ai colleghi, Patrizia Incollu deve far fronte alla distanza tra Nuoro e Mamone, una Colonia penale quasi isolata con difficoltà di collegamenti, e a Lanusei, dove la viabilità presenta problematiche simili.

Non solo. Secondo l’esponente di “Socialismo Diritti Riforme”, la direttrice Elisa Milanesi si trova con il compito di gestire 413 detenuti divisi tra Oristano Massama, le Colonie penali di Is Arenas e Isili. Anche per Giulia Russo, che si divide tra Secondigliano, Alghero e Tempio, la situazione non è migliore. Queste difficoltà nella gestione penitenziaria dell’isola mettono in evidenza la dedizione personale degli operatori penitenziari a tutti i livelli, ma ignorano le questioni cruciali che necessitano di soluzioni a lungo termine.

L’anno scorso, durante le vacanze estive o per problemi familiari, si è verificata una situazione simile, con una sola persona che ha dovuto gestire il destino dei detenuti, del personale e dei loro familiari. Questo ha messo in evidenza una volta di più l’enorme peso e la responsabilità che ricade sulle spalle di un unico dirigente. Maria Grazia Caligaris sottolinea l’importanza del sistema penitenziario che non può affidarsi esclusivamente al senso di abnegazione personale degli operatori penitenziari. La gestione delle carceri richiede una pianificazione adeguata, una distribuzione equa del personale e risorse adeguate per garantire un ambiente sicuro e rispettoso dei diritti umani. La carenza di personale dirigenziale e le difficoltà nella gestione delle carceri in Sardegna non possono essere ignorate o sottovalutate. È fondamentale che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria competente prenda in considerazione queste problematiche e adotti misure concrete per affrontarle.

Una soluzione a breve termine potrebbe essere l’assegnazione di personale aggiuntivo per affrontare l’emergenza durante l’estate e garantire una gestione adeguata delle carceri. Tuttavia, a lungo termine, è necessario investire nella formazione e nell’assunzione di personale dirigenziale qualificato e dedicato. Inoltre, bisogna considerare l’importanza di programmi di riabilitazione e reinserimento sociale per i detenuti. Un adeguato progetto di recupero sociale può contribuire a ridurre la recidiva e promuovere la reintegrazione dei detenuti nella società. Ma come si può realizzare quando anche questa estate sarà tragica dal punto di vista gestionale? Vero che è stato indotto un concorso per assumere nuovi direttori. Ma Caligaris sottolinea che “solo a settembre, quando si concluderà il periodo di formazione di coloro che hanno superato il concorso indetto dal ministero per l’incarico dirigenziale, si saprà chi sarà assegnato alla Sardegna”. Nel frattempo un direttore dovrà occuparsi di oltre un migliaio di reclusi, tra cui 47 donne